Classe energetica, nuove regole dall’UE
Si restringono i tempi per rendere Green le proprie case. Dall’Ue infatti arriva il diktat: la classe energetica dovrà essere adeguata entro il 2033. Stop agli immobili delle classi E, F, G: in dieci anni si dovranno effettuare i lavori adeguati per rendere le proprie case più sostenibili. Il 9 febbraio la commissione industria, ricerca ed energia (Itre) del parlamento europeo ha approvato – con 49 voti a favore, 18 contrari e 6 astenuti – la nuova direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia (Epbd).
La direttiva prevede l’obbligo di ristrutturare entro il 2033 tutti gli edifici nelle classi E, F, G degli immobili residenziali in Italia: si tratta di 12,2 milioni totali, come stimato dalla commissione europea. La proposta avanzata dall’esecutivo di Bruxelles a dicembre 2021 prevedeva i lavori entro il 2033 sulle due classi più inquinanti, F e G. L’Ue ha invece deciso di estenderla anche alla classe E: questo porterà a risparmi in bolletta e creazione di posti di lavoro, ma non solo aspetti positivi. C’è infatti perplessità per il deprezzamento degli immobili inquinanti, le tempistiche troppo strette e l’aumento dei prezzi dei materiali già vista in occasione del Superbonus.
Chi è escluso dalla direttiva
La direttiva dell’Ue sulle classi energetiche delle case, per diventare definitiva dovrà passare prima il vaglio della sessione plenaria di marzo del parlamento europeo. Successivamente sarà il tempo dei negoziati con il consiglio dell’Ue, dove i ministri competenti degli stati membri saranno chiamati a dire la loro. Il testo approva il raggiungimento degli edifici più inquinanti nella classe E entro il 2030 e della D entro il 2033. La neutralità assoluta si dovrà raggiungere entro il 2050, fatta eccezione per gli edifici storici, di culto e le seconde case o quelle con una superficie inferiore ai 50 metri quadrati.
L’UE stabilisce nuovi criteri per la classificazione energetica: le attuali classi utilizzate per gli edifici non corrispondono a quelle future. Secondo la direttiva, gli edifici rappresentano il 40% del consumo finale di energia nell’Unione e il 36% delle emissioni di gas serra legate all’energia. Secondo il relatore della direttiva Ciarán Cuffe, il provvedimento sarà indispensabile per la creazione di posti di lavoro, riduzione dei costi energetici e contrasto alla povertà energetica. Per Patrizia Toia del Pd servono però più tempo e flessibilità. La vicepresidente della commissione Itre, ha affermato: “Sì al cambiamento ma con più tempo e flessibilità per gli Stati membri”.