Ha fatto piatto discutere la lista-classifica dei presunti “influencer” dell’estrema destra rilanciata su Twitter dall’account di Alex Orlowski, fact checker ed esperto di digital marketing: in pratica, sui social è stata lanciata una prima parte della ricerca compiuta dallo stesso Orlowski assieme all’autore Steven Forti (Limes e Micromega) e all’associazione StopHateAndFake che individua gli account più seguiti da utenti identificati nell’estrema desta italiana. «Ho analizzato 114mila followers di account di estrema destra, questa è la classifica dei loro influencers. Dati non definitivi», scrive Orlowski dando il via al dibattito-scontro via social con gli stessi protagonisti “individuati” che a più riprese hanno risposto per le rime alla ricerca condotta dagli “anti-odio”.
Nella particolare classifica, si trovano Salvini e Meloni in testa seguiti dai giornalisti Daniele Capezzone e Nicola Porro, ma tra i più seguiti anche Sgarbi, Borghi, Donald Trump, Bagnai fino ad account decisamente meno “schierati”, come la Polizia di Stato, l’Ansa, l’Adnkronos e Sky Tg 24. Sul Giornale il collega Francesco Boezi ha duramente stroncato la presunta “ricerca”, facendo leva sul rischio-paradosso che una lista di “anti-odio” potrebbe invece generare: «L’elemento che disarma è che la corrente degli anti-odio non smette di fabbricare elenchi e segnalazioni. Il che, com’è noto alla logica, rappresenterebbe in realtà un controsenso. L’antio-odio che trova nemici».
LE “REPLICHE” DI PORRO E DI ORLOWSKI
Ancor più duro è Nicola Porro, il giornalista “citato” come il quarto più “seguito” dall’estrema destra e definito dunque “influencer”, all’inizio della sua rassegna stampa quotidiana su YouTube: «i geni del giornalismo investigativo, maestri del politicamente corretto, hanno fatto una classifica mostruosa sugli influencer dell’estrema destra. […] Chi fa uso di stupefacenti che fa classifiche della mini…a rischia di essere querelato: io ne dico di tutti i colori ma sempre nell’idea di scanzonate prese in giro, ma qualcuno le prende sul serio, come Arcuri che mi querela». Sui social è invece lo stesso Orlowski a intervenire in seguito al dibattito, rispondendo per le rime al Giornale e all’articolo molto polemico di Boezi: «Il Giornale mi attacca con un articolo dove travisa il mio tweet sugli account più seguiti dalla estrema destra. Accusandomi di creare liste di proscrizione, quando semplicemente si tratta di “chi segue chi” caro Boezi ne parliamo ?». In merito però a diverse risposte assai polemiche di alcuni utenti contro Orlowski – come questa, «Anche la stasi faceva “solo” delle segnalazioni su chi seguiva chi ! e poi mi parla della pasta molisana lei è semplicemente ridicolo» – giunge replica altrettanto netta dello stesso fact checker «ma non avete capito nulla eh? Non è nessuna lista , vabbè mo partono un po’ di denunce».