Quali sono le migliori scuole superiori in Italia? A stilare la classifica è Eduscopio ed è un lavoro che la Fondazione Agnelli svolge da sette anni per permettere agli studenti italiani di capire quali sono gli istituti che formano meglio i ragazzi. Lo studio si basa sui risultati ottenuti nel primo anno di università da chi è stato matricola nel 2015, 2016 e 2017. La media di voti e crediti formativi di un milione e 750mila giovani dicono che sono poche le novità tra qualche istituto storico. La scuola migliore di Italia per il terzo anno di fila non si trova nelle grandi città, ma a Morbegno, in provincia di Sondrio: è il Liceo scientifico Pier Luigi Nervi. A Milano tra l’altro c’è stato un arretramento da parte dei licei classici statali, invece c’è stato un ritorno delle scuole paritarie cattoliche che occupano i primi tre posti in città: si tratta di Sacro Cuore, Alexis Carrel e San Raffaele. L’exploit del Sacro Cuore costringe al quarto posto il classico statale Giovanni Berchet, ma a colpire è il fatto che nei primi dieci posti ben cinque licei classici siano scuole paritarie.



EDUSCOPIO 2020, CLASSIFICA LICEI CLASSICI E SCIENTIFICI

Per quanto riguarda il liceo classico, ci sono anche conferme nella classifica 2020 stilata da Eduscopio, basatosi sul rendimento post diploma degli studenti. A Roma è ancora primo il Torquato Tasso, invece sale il Vivona, con il Visconti che scende al terzo posto. Esce dalla top ten il Giulio Cesare. A Torino invece è in testa Cavour, a Napoli ancora primo il Sannazaro. Più dinamismo tra i licei scientifici. A Roma è al primo posto il Righi, mentre a Bologna la classifica ora è guidata dall’Istituto Luigi Galvani, che ha strappato il primato al Niccolò Copernico. Conserva il primo posto a Torino il Galileo Ferraris, mentre a Milano al primo posto c’è il Leonardo Da Vinci. Tra i tecnici economici di Roma il migliore è il Giovanni XXIII, fino all’anno scorso fuori dalla top ten. Inoltre, cresce il tasso di occupazione medio per un diplomato nel comparto tecnico: è al 49,59% contro il 48,03% dell’anno scorso. Anche se il periodo considerato è quello pre-Covid, cresce la possibilità di trovare lavoro per chi frequenta istituti tecnici.



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