Bottino ricco per Esselunga che nella prima edizione della classifica dei supermercati, “Il Pagellone della Gdo”, stilato da Alimentando.info, conquista il primo posto assoluto, primeggiando anche su ben altri tre fronti: sviluppo del format, sviluppo delle MDD (le cosiddette “private label”, le marche del distributore) e servizi al cliente. È l’azienda – dice lo studio – alla quale tutti i retailer della Gdo si ispirano per fare raffronti, anche quando è criticata aspramente per le sue strategie. Essere i primi a muoversi, insomma, – conclude l’analisi di Alimentando.info – ha premiato.



Alle spalle della catena fondata da Bernardo Caprotti, nella classifica generale si posizionano Lidl, che raccoglie ottimi voti su tutti i fronti, in particolare in tema di sviluppo del modello e di sostenibilità, e Conad, che nella sua veste di leader di mercato con una quota del 15% nel 2021, investe in un continuo progresso del format. 



Nei ranking parziali, invece, va segnalata l’ottima performance di Coop, che vince sul fronte della sostenibilità, e il brillante risultato di Conad e Selex, che brillano se si considera il parametro della crescita. Ma non vanno dimenticati neppure la performance dei discount MD e Lidl nello sviluppo del format e il grande lavoro del Gruppo VéGé nella private label.

Va detto però che non tutte le pagelle risultano brillanti, come dimostrano le ultime tre posizioni della classifica generale, occupate da Carrefour, Eurospin e D.it. La catena francese – osserva l’indagine di Alimentando.info – sconta le enormi difficoltà degli ipermercati e qualche incertezza del management. Il discount veronese, invece, nonostante risultati economici di tutto rispetto, non risulta particolarmente attento a un tema strategico come la sostenibilità e non valorizza adeguatamente la Marca del distributore. Per D.it, infine, ha pesato l’assenza di un bilancio di sostenibilità del gruppo, benché siano state individuate iniziative apprezzabili in ordine sparso – come l’app Last minute sotto casa per la vendita di prodotti in scadenza -, di cui è però difficile valutare la continuità e dunque l’impatto.



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