La diretta di Chi l’ha visto è tornata ad occuparsi sull’omicidio della 22enne Claudia De Chirico trovata strangolata con un cavetto USB in un sottopassaggio nel barese: un caso complicato e che otto anni dopo non ha ancora una spiegazione concreta e con un solo indagato iscritto nel registro, l’ex fidanzato Davide che frequentava – al momento della morte – da otto mesi in una violenta ed abusante relazione che è stata progressivamente ricostruita nelle aule di tribunale.



Per comprendere meglio l’intricata e lunghissima vicenda attorno a Claudia De Chirico e Davide dobbiamo tornare indietro fino alla mattina del 22 dicembre del 2016 quando il suo corpo venne trovato senza vita nel già citato sottopassaggio: il giorno prima la 22enne e il fidanzato erano andati ad un matrimonio ad Andria dal quale se ne sarebbero andati – hanno confermato alcuni dei presenti – al culmine di un litigio violentissimo scoppiato nella sala del ricevimento.



Da qui non sappiamo cos’altro sia successo, almeno fino alle 22:20 quando l’auto di Claudia De Chirico e Davide viene immortalata dalla telecamera di una stazione di servizio in uno straziante video in cui si vede la 22enne sbalzata – secondo il gip “lanciata” dal fidanzato – improvvisamente fuori dalla vettura ancora in corsa: a quel punto lei si rialza e lui la afferra e “trascina in terra come un sacco” per poi dirigersi alla loro abitazione di Terlizzi con alcuni amici che li hanno aiutati in una serie di concitati momenti in cui Claudia De Chirico si allontana (da sola) per sparire nel nulla.



Cosa è successo a Claudia De Chirico: la sparizione, i 14 minuti di assenza di Davide e gli errori investigativi

Ovviamente le indagini sulla morte di Claudia De Chirico – con il quadro che abbiamo appena descritto – si sono concentrate immediatamente su Davide che fin da subito ha mostrato alcune crepe raccontando di essere stato al bar con i suoi amici mentre lei si allontanava, salvo venir inquadrato a bordo della sua auto sfrecciare in contromano nella direzione opposta – ma sulla stessa strada – su cui si era incamminata la 22enne, per poi far rientro all’abitazione 14 minuti più tardi.

Proprio in quei 14 minuti – spiega il legale della famiglia di Claudia De Chirico, Bepi Maralfa – “sono quelli clou della vicenda e il passaggio dell’auto del fidanzato che, secondo gli inquirenti, si era messo a dormire è sintomatico di qualcosa di grave che è accaduto e che aveva tempi stretti per agire”; ma ovviamente non sono mai stati veramente approfonditi dagli inquirenti che – dicevamo già in apertura – hanno provato ad archiviare per ben quattro volte le indagini permeate (come rileva lo stesso gip nel respingimento dell’archiviazione) da “gravi anomalie investigative”.

I dubbi sulle indagini sono – infatti – tantissimi, a partire dai video delle telecamere del sottopasso in cui fu trovata Claudia De Chirico, acquisiti, visionati – rilevando che “non si vede nessuno entrare o passare dalle scale” – e poi spariti nel nulla: in merito l’avvocato Maralfa precisa che – in realtà – “non sono mai arrivati nel fascicolo perché il giorno dopo la scomparsa la Procura [ne] dispose l’estrazione ma non furono mai consegnati né ai procuratori, né al consulente e solo dopo è venuta fuori la confessione del Carabiniere che li ha cancellati, dopo il pensionamento. Lui sostiene la cancellazione – precisa il legale – ma non abbiamo prova dell’esistenza dei video“.