Claudia Fusani si scaglia contro i no vax attraverso i microfoni di Coffee Break su La7. «Siccome siamo a fine luglio e il tempo corre, e a settembre riaprono le scuole e non esiste anche solo pensare di dover chiudere qualcosa, bisognerebbe fare un’altra cosa», esordisce la giornalista del Riformista. Poi espone la sua proposta: «Uno non vuole farsi il vaccino? Legittimo e ovviamente nessuno augura niente a nessuno, ma sappia che se per caso dovesse ammalarsi si paga le cure». Claudia Fusani poi aggiunge a favore della sua proposta: «Un giorno in terapia intensiva costa circa 5mila euro a noi che paghiamo le tasse. Siccome vaccinarsi è una questione di responsabilità civile e di rispetto per gli altri, chi non vuole vaccinarsi si paga le cure».



Una proposta simile l’hanno lanciata in questi giorni anche esperti scientifici come Andrea Crisanti e Ilaria Capua. Quest’ultima in un’intervento sul Corriere della Sera ha proposto un “ticket” da mille o duemila euro che i no-vax sarebbero tenuti a pagare per ogni giorno di ricovero in terapia intensiva.



CLAUDIA FUSANI, SCONTRO CON FRANCESCA RE DAVID

Ma Claudia Fusani ha avuto nel corso della puntata uno scontro con Francesca Re David, leader FIOM, in merito alla proposta di Confindustria riguardante il Green pass. «Per quello che ricordo, non mi pare che un anno e mezzo fa Confindustria abbia detto un anno e mezzo fa che bisognava andare per forza a lavorare. Con i sindacati si mise al tavolo per trovare i protocolli per andare a lavorare. Non mi pare di ricordare che fossero col forcone a dire di andare a lavorare a infettarsi e a infettare le proprie famiglie». Ma Francesca Re David ha ricordato: «Forconi? Abbiamo dovuto scioperare per ottenere i protocolli di sicurezza». Infine, la giornalista del Riformista ha criticato aspramente l’intervento di Nicola Gratteri in audizione alla Camera in merito alla riforma della Giustizia: «Cartabia sta facendo audizioni da marzo con tutti, la sua riforma è già frutto di mediazione. La chiamata ieri del procuratore di Catanzaro e del procuratore antimafia è stato un atto politico ingiustificato da due magistrati che erano già stati sentiti prima».

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