Claudia Koll, volto del cinema ed ex diva erotica dopo aver recitato nel film “Così fan tutte” di Tinto Brass, si racconta a “I Fatti Vostri”, partendo dalla passione per il cinema, trasmessa dalla nonna che non vedeva: “Noi vivevamo insieme perché avevo una mamma che era spesso ricoverata in ospedale. La mia nonna materna mi accudiva pur non vedendo. Era già un’esperienza speciale. E lei mi lavava, mi cucinava, uscivamo insieme, la portavo per mano, le dicevo ‘Attenta nonna, il gradino’. E lei che mi ha insegnato anche a occuparmi degli altri, a guardare l’altro nella sua debolezza, senza però sentirmi benefattrice, brava, ma semplicemente camminare a braccetto insieme con lei”.



Proprio grazie alla nonna, Claudia scoprì il cinema: “Lei era grande. Quando guardavamo i film la sera, vedevamo le immagini: spesso lei non sentiva, non vedeva quello che accadeva, e allora mi chiedeva cosa accadesse e io glielo spiegavo. Però non capivo il senso di quello che accadeva, perché avevo cinque anni più o meno, ero piccolina. Cioè quello che a me è piaciuto del cinema è che mi faceva entrare nella vita, mi faceva fare l’esperienza di tante vite“.



Claudia Koll: “Il film con Tinto Brass? Non lo rifarei”

Quando a Claudia Koll viene chiesto se rifarebbe il film con Tinto Brass, lei dice secca di no “perché non mi ha portato niente. Ho faticato il doppio per poi farmi apprezzare come attrice. Tanto che sono stata due anni senza lavorare, cioè feci una fiction, però non uscì, quindi mi ritrovai senza lavorare e pensai di tornare a studiare medicina, perché io frequentavo la facoltà di medicina“. Nonostante questo, i ricordi della carriera da attrice sono tanti e piacevoli “perché io provavo emozioni vere quando giravo il film, cioè mi piaceva proprio perché mi piaceva calarmi nelle scene e interpretarle, trasmettere emozioni, quindi tanti, tanti ricordi”.



Poi, la decisione di abbandonare il cinema e di avvicinarsi alla fede “quando Dio mi ha fatto sentire che mi voleva bene, che non mi guardava per quella che poteva essere la mia fragilità in quel momento, la mia debolezza, anche i miei peccati. Mi guardava con amore come un padre che mi rialzava, mi prendeva in braccio e mi aiutava a ripartire. Allora l’esperienza dell’amore di Dio mi ha cambiato. Perché a quel punto ho capito che c’era Dio, non solo c’era Dio, ma mi amava. E quindi io non potevo non amarlo. Perché non si può non rispondere all’amore”. Oggi, Claudia è mamma di due bambini che ha in affido. Una gioia per lei che spiega: “Me ne occupo molto perché desidero essere molto presente nella loro vita, non delegare”.