Claudia Koll è stata ospitata a Domenica In da Mara Venier, con la quale ha parlato della sua particolare carriera nello spettacolo e, soprattutto, del suo percorso verso la fede in Dio. Divenne, infatti, famosa grazie al film “Così fan tutte” di Tinto Brass, che piuttosto che una buona occasione, fu un disastro, segnando indelebilmente la sua carriera, al punto che pensò addirittura di interromperla per riprendere gli studi in medicina.



“Quel film”, racconta Claudia Koll, “fu un errore di valutazione, non mi ha permessa di essere me stessa fino in fondo. Girai Il giovane Mussolini, ma non uscì subito, ebbe un blocco, e mi ritrovai a stare ferma perché rifiutai tutti quei ruoli simili a quelli del film di Tinto Brass. Pensai di tornare a studiare medicina, ma in realtà l’arte fa parte della mia vita, era la strada che dovevo percorrere, non il film di Brass ma le serie che ho fatto dopo. Se tornassi indietro non lo rifarei, fu una scelta sbagliata che si poteva proprio evitare”. Differentemente, invece, Claudia Koll ricorda con un certo affetto l’esperienza a Sanremo, sottolineando che “la rifarei”. Tuttavia, “non fu facile, perché sono una persona riservata e quella fu una grossa esposizione mediatica. C’era servizi fotografici, ti bussavano alla porta dell’albergo e ti trovavi davanti una telecamera”.

Claudia Koll e il percorso verso la conversione

Passando, poi, alla sua conversione Claudia Koll racconta di aver “ricevuto una spinta dall’interno a fare delle cose che non immaginavo neanche, che vanno al di là di quello che uno può immaginare. È stato un graduale cambiamento nell’incontrare l’altro come persona. Ci sono state tante storie, tante persone, che mi hanno fatto fare un percorso nel mondo dell’umano, nel prendermi cura di chi non era in grado di occuparsi delle proprie fragilità. Ho sempre avuto questa sensibilità per gli altri”, confessa l’attrice, “Dio nella mia vita mi ha dato quella forza che mi ha fatto superare barriere e limiti, le piccole bugie, il cattivo odore di qualche persona, mi ha fatto superare la paura dell’altro e mi ha fatto vivere in pienezza la vita”.

Tra le tante esperienze vissute e che l’hanno cambiata, Claudia Koll racconta, per esempio, che “mi rubarono una macchina, e iniziai a salire sul bus, a mischiarmi tra la gente e a sentire la loro presenza nella mia vita. Entrando in chiesa un giorno incontrai una ragazza che piangeva a terra, chiesi cosa potevo fare, mi disse che aveva perso un figlio, cercai di aiutarla. Una volta mi disse che doveva tornare nel suo paese e aveva bisogno di soldi, glieli diedi e qualche giorno dopo, mentre passeggiavo per strada, la incontrai e mi disse che aveva cambiato idea per la partenza. Accettai la sua versione”, racconta Claudia Koll, “la sua non trasparenza e così facendo le dimostrai che le volevo davvero bene. Iniziai a seguirla, dormiva in una baracca in un grande parco, la andavo a trovare e pregavamo assieme. Rimase incinta una seconda volta e diventai la madrina di quel bambino”.