Claudio Amendola è stato il primo ospite della nuovissima puntata odierna di Verissimo, dove si è sottoposto alla solita lunga intervista tra vita privata e carriera condotta dalla sempre amatissima Silvia Toffanin; il tutto partendo – quasi naturalmente – dal suo imminente libro, ‘Ma non dovevate andà a Londra?‘, interamente dedicato alla madre alla quale dedica immediatamente l’inizio della sua intervista descrivendola come una donna “moderna, molto più avanti dei tempi in cui viveva”, oltre che “molto indipendente e molto sicura di sé” alla quale deve – racconta fiero Claudio Amendola – l’essere diventato “un uomo che rispetta le donne”.



Passando dalla madre al padre e – soprattutto – alla loro relazione interrotta pochi anni dopo la sua nascita, Claudio Amendola ci tiene a mettere in chiaro di non aver mai consciamente “sperato che tornassero assieme”, sia perché di fatto “si son separati che ero talmente piccolo che quasi non lo ricordo”; senza dimenticare ovviamente che “hanno avuto un rapporto migliore dopo” la separazione riuscendo ad evitare il grosso fastidio di “lavorare spesso assieme”.



Sempre rimanendo nel tema dei genitori, Claudio Amendola nello studio di Verissimo ha ricordato anche l’inizio della caduta a picco di suo padre, raccontando quella volta in cui – su spinta di “Costanzo” – decise di salire sul palco teatrale per interpretare “Io speriamo che me la cavo“: sul palco “alla prima, durante il primo atto ha perso completamente la memoria. Io ero in platea (..) e fu angosciante”, tanto che decisero di farlo salire sul palco dopo la pausa “con il copione in mano”; e seppur dalle analisi non uscì nulla di grave, ricorda anche che “quello credo sia stato il giorno in cui è iniziato ad invecchiare”.



Claudio Amendola: “Sono stato un padre più assente del mio”

E dai suoi genitori, la palla di Claudio Amendola non può che passare alla sua attuale famiglia, confessando immediatamente – dopo aver raccontato che “papà chiamava ogni sera” per sentire la sua voce, anche dopo la separazione – di essere stato “un padre meno presente del mio“, tanto che sua figlia Giulia “quando aveva 15 o 16 anni me lo disse con coraggio, facendo presente tutte le sue mancanze” creandogli non poco orgoglio al pensiero di essere riuscito a “darle la libertà di dirmelo”; per poi ricordare ancora una volta che fu “l’incontro con Francesca” a rivelarsi fondamentale perché riuscisse ad uscire dallo spirale delle dipendenze, “per riappropriami – conclude Claudio Amendola – della mia vita e iniziare a volermi bene“.