Claudio Amendola ospite a Carta Bianca di Bianca Berlinguer racconta come sta vivendo questa quarantena per via del Coronavirus. “Sto bene grazie, buonasera Corona e tutti. Con grande sacrificio e entusiasmo all’inizio e grande senso di partecipazione, dopo un pò ti rimane il senso del dovere, ma ai balconi non ci affacciamo più se no per il resto quell’entusiasmo di chitarre romane, milanese, campane, calabresi pare che si sia un pò affievolito e lo capisco”. L’attore da quando è scoppiata la pandemia è rimasto a casa, ma non nasconde che, settimana dopo settimana, la situazione è diventata sempre più difficile: “siamo ligi, ma anche un pò confusi e spiazzati, ma credo sia normale”. Poi l’attore racconta cosa gli è mancato in questi mesi di quarantena: “i rapporti personali, anche se grazie a Dio vivo con Francesca (Neri) e Rocco. Mi sono mancati nipoti e figli, ma anche il contatto quotidiano con il bar sottoscala, mi è mancato quello, ma non è un problema in una situazione del genere. Questo è un momento molto particolare per le scelte che sono state fatte” precisa l’attore che commenta anche la Fase 2: “4 maggio liberi tutti, ma non lo è. La politica si è rimessa in moto, si cavalca un momento per rimettere in campo del “tecnici hanno proposto un livello di rischio, hanno fatto delle scelte mirate e probabilmente sono stati scelti i comparti più urgenti o meno a rischio”.



Claudio Amendola: non sono come Mauro Corona

Claudio Amendola sempre a Carta Bianca ha commentato anche le misure che dovranno attuarsi nei ristoranti che, ricordiamo riapriranno solo dal 1 giugno. “Sono misure che trovo quantomeno divertenti” – precisa l’attore – “perchè se io vengo in macchina a mangiare con una persona nel tuo ristorante perchè deve esserci un divisorio nel tavolo tra me e la persona con la quale vivo e faccio l’amore? Che vuol dire?”. L’attore poi parla del suo lavoro: “è impossibile mantenere le distanze, se no i film dovrebbero durare 1 anno e mezzo e costare molto di più” e parlando del futuro precisa “se abbiamo i soldi e diamo un sostegno ai lavorati che non avranno lo stipendio nei prossimi mesi, le aziende del turismo…”. Amendola, infatti, confessa: “io ho paura di ammalarmi di Coronavirus e star male, quindi non faccio come Mauro l’alpinista, io preferisco stare a casa, purtroppo quel coraggio non ce l’ho”. Mauro Corona, in collegamento da casa, ha un’idea tutta sua: ” faccio l’ipotesi che andando avanti così succede una rivolta, con mille cautele proporrei di rimettere di nuovo in moto la vita: i rapporti sociali, andare fuori. Non capisco perché Conte non ha aperto i rifiugi alpini visto che le distanze in montagna si creano da sole. Conte non si rende conto delle cose, bisogna dettagliare e il dettaglio te lo da chi vive nel posto” precisa l’alpinista.

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