Claudio Amendola è il primo ospite della puntata di “Verissimo – Le Storie” in onda sabato 25 aprile 2020 su Canale 5. L’attore racconta a Silvia Toffanin del suo compleanno: “ho fatto 55 anni, ho festeggiato con Francesca che aveva festeggiato i suoi anni qualche giorno prima, stiamo stati noi due, ho ricevuto le tre chiamate che aspettavo dei miei figli, poi il resto conta meno”. Poi il figlio di Ferruccio Amendola vedendo un filmato dedicato alla sua carriera sottolinea: “che bel mestiere che faccio, ma da ragazzino sono sempre stato ribelle” – rivelando – “è chiaro che a 55 anni le stronzate che ho fatto a 18 non le rifarei”. Poco dopo racconta “ho rubato un pò di benzina da un serbatoio di una macchina e mi hanno arrestato per questa cosa qua che se vogliamo andare a vedere è proprio una sciocchezza, ma sono più sciocco io o quello che mi ha arrestato e mi ha rovinato la vita per mezzo litro di benzina?”. Un’esperienza che ricorda ancora oggi ricorda e che all’epoca non fu particolarmente gradita dal padre: “ci è rimasto male, si è offeso, ma dopo un giorno e mezzo non gliene fregava più niente. Erano gli anni ’70, poi ’80 e c’era una presa di posizione diversa rispetto a quella che c’è oggi. La libertà ai figli va data, ma bisogna far sentire la presenza e una sana arrabbiatura di un genitore”. (aggiornamento di Emanuele Ambrosio)



Claudio Amendola: “Tornare sul set? E’ impossibile lavorare”

Claudio Amendola è in attesa di poter uscire di nuovo, un po’ come tutti. Anche se dal suo punto di vista l’ansia di dover uscire non giustifica alcune mattate, come la grigliata sui tetti fatta a Palermo la scorsa Pasquetta. “Sono sempre stato a casa”, ha detto di recente a L’aria che tira di La7, “tranne stamattina che sono andato in banca, avevo preso un appuntamento”. Quanto è accaduto in Sicilia invece è agli occhi dell’attore una cosa piuttosto grave e anche se pure lui sente forte il desiderio di uscire di casa, è sicuro che sia esenziale attendere il nullaosta dei medici. “Quello che sta succedendo in Lombardia deve rimanere da monito per tutti noi”, ha aggiunto, “e finchè non sa molto chiara la situazione, molto accessibile la possiiblità di fare i tamponi, tutti i test che ci raccontate… il nostro lavoro è colpitissimo da questo”. Invitato da Massimo Giletti, Amendola ha potuto fare un breve giro nella Roma deserta. “Il nemico oggi è invisibile, ma stiamo imparando a conoscerlo”, ha detto, “ma sono fiero di come l’Italia stia rispondendo a questa terribile pandemia, perchè la serietà con cui la maggior parte degli italiani hanno affrontato questa quarantena, che è durissima”.



Claudio Amendola: “Coronavirus e App Immuni? A me dei miei dati personali non me ne frega nulla”

Claudio Amendola ci va giù pesante. La quarantena forzata è nulla in confronto al tormentone che ci ha fatto compagnia in questi mesi. “Mi sono completamente rotto i co***oni”, ha detto negli ultimi giorni a Circo Massimo di Radio Capital, “e non ne posso più di sentire che andrà tutto bene”. L’attore è sicuro che la situazione italiana non sia delle migliori e che la fretta di ritornare alla normalità giocherà un brutto schero alla popolazione. “Non credo che saremo pronti per la riapertura così importante come sarà quella del 4 maggio”, ha aggiunto, “Sento che appena ci daranno un minimo di via libera sbrodoleremo fuori dalle case in maniera incontrollata”. Nessun dubbio però sul fatto che scaricherà subito l’app Immuni, sicuro che potrà darci una mano durante la fase 2 dell’emergenza. “A me dei miei dati personali non me ne frega assolutamente nulla”, ha detto, “cosa dovrebbero andare a vedere dei miei dati personali che io devo proteggere?”. Le polemiche sull’applicazione infatti sono state molte, ma Amendola ha un punto di vista più positivo in merito. Ancora nubi all’orizzonte però per quanto riguarda il settore dello spettacolo, uno dei più colpiti. Le difficoltà non sono ancora finite e in previsione della ripresa dei set non potranno che aumentare. “Sto leggendo le norme che dovremmo tenere sui set ed è praticamente impossibile lavorare”, ha sottolineato, “Le riprese dovrebbero durare sei mesi così. Con le nuove norme uno riuscirebbe forse a fare una scena al giorno. A me fa molto ridere quando dicono di disinfettare i luoghi… ma avete visto dove giriamo noi? Disinfetto un capannone abbandonato dove c’è la scena della fiction dell’inseguimento del cattivo?”. Norme che secondo Amendola non tengono in considerazione la realtà dei fatti e che soprattutto prevedono un lavoro a tutto tondo impossibile da sostenere.

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