Claudio Baglioni ha citato in giudizio il tg satirico di Antonio Ricci, Striscia la Notizia, ottenendo dalla Procura di Monza un rinvio a giudizio. L’udienza sembra essere stata fissata per il prossimo gennaio, quando Ricci, assieme ai presentatori e collaboratori Ezio Greggio, Enzo Iacchetti, Gerry Scotti e Antonio Montanari (il mago Casanova) dovranno comparire davanti al giudice per difendersi dall’accusa di diffamazione mossa dal cantautore, accusato dal tg di plagio in alcune canzoni.
La battaglia legale tra Claudio Baglio e Striscia la Notizia, ma soprattutto contro Antonio Ricci, è iniziata nel giugno del 2022, quando vi fu un primo litigio che portò alla denuncia per diffamazione. Il pomo della discordia era il libro pubblicato dal telegiornale, intitolato ‘Tutti poeti con Claudio, dispensa essenziale per il poeta moderno‘. Nel testo, pubblicato solamente in pdf sul sito della stessa Mediaset, Ricci e la redazione di Striscia la Notizia stilavano un elenco dei presunti plagi operati dal cantautore nei suoi testi. Ne è sorta una battaglia legale, che ha già portato ad una prima assoluzione per il tg satirico dall’accusa di “stampa clandestina”, mentre già negli anni passati il cantautore aveva in almeno altre due occasioni querelato il telegiornale, sempre assolto in tribunale per aver esercitato correttamente il diritto di satira.
I presunti plagi di cui Striscia la Notizia accusa Claudio Baglioni
Si vedrà come continuerà e si concluderà la nuova bagarre legale tra Claudio Baglioni e Striscia la Notizia. Nel libro, questo è certo, si cita chiaramente il fatto che il cantautore “senza renderlo noto” avrebbe “copiato, all’interno dei testi di numerose sue canzoni, frasi ed espressioni utilizzate da poeti, letterati ed altri autori”. Tra le varie canzoni che sarebbero frutto di un plagio, viene riportato nel libro, ci sarebbe la parte musicale di “Poster”, copiata da “Valsinha”, oltre che alcuni sketch trasmessi nella 68esima e 69esima edizione di Sanremo. Secondo Striscia la Notizia, inoltre, Claudio Baglioni già nel 2013 aveva parlato in un’intervista (riportata nel libro, secondo il cantautore, in modo tendezioso) di frasi “rubate”, accusandolo di soffrire di una strumentale “amnesia” per evitare di “internazionalmente di darne conto”.