Claudio Bisio, attore, conduttore televisivo e cabarettista, è uno degli ospiti della terza puntata de Le parole della settimana. Bisio sarà protagonista al cinema dell’ultimo film di Fausto Brizzi, Se mi vuoi bene, nelle sale italiane a partire dal 17 ottobre. Nella pellicola, l’attore veste i panni di un uomo depresso, in cattivi rapporti con l’ex moglie, che a un certo punto arriva persino a tentare il suicidio. Niente a che vedere con chi lo interpreta, che depresso non lo è mai stato: “No, ma purtroppo succede anche senza che ci siano spiegazioni”, ammette in un’intervista a Vanity Fair. “Come dice il mio personaggio, quando inizia a riprendersi: ‘Oggi è il primo giorno che ho voglia di alzarmi’. L’effetto è quello, non desiderare nemmeno di aprire gli occhi”. Guardando indietro, Bisio tira qualche bilancio: “Anche perché l’anno prossimo faccio 40 anni di carriera: il mio primo bollino Enpals (il vecchio ente di previdenza dei lavoratori dello spettacolo, ndr) è del 1980″.



Claudio Bisio a teatro

Claudio Bisio fece il suo primo lavoro che non aveva ancora finito la Paolo Grassi, la scuola di teatro. “Si intitolava Amor giovane, Amor vecchio, una commedia dell’arte in cui facevo l’Innamorato, c’erano anche Paolo Rossi che era Brighella e Lucia Vasini Colombina”. Allora si sentiva più acerbo, più insicuro: “Meglio adesso, a parte qualche giuntura. Mi sento più maturo oggi, più sereno, allora ero preoccupato del futuro”. Il grande salto lo fece recitando in Morte accidentale di un anarchico, farsa sulla fine di Giuseppe Pinelli scritta da Dario Fo. Il primo incontro con Fo avvenne quando Bisio andava al liceo. Mentre seguiva le prove di Mistero buffo, gli venne in mente di invitarlo durante un’occupazione. E lui accettò. “Volevo fare il teatro come lui”, racconta Claudio. “Infatti, con tutte le differenze, dopo gli inizi con il Teatro dell’Elfo e i Comedians, da tempo recito sempre monologhi o affabulazioni: gli spettacoli di Pennac, il Father and Son adattato dagli Sdraiati di Michele Serra e il prossimo, con i testi di Francesco Piccolo, in scena fra un paio d’anni. Non mi ci vedo a fare Pirandello o Shakespeare”.



Cinema, tv e i nuovi progetti

Quanto al futuro, Claudio Bisio ha le idee piuttosto chiare: “Dovrei girare Quando, dal libro di Walter Veltroni, che sarà anche regista. È la storia di un ragazzo che durante i funerali di Berlinguer va in coma e si risveglia oggi. Sono io: un vecchio… perché non mi interrompe dicendo che non sono vecchio?… con l’animo di un diciottenne dell’84, che non conosce i cellulari, Internet. Poi, per la prima volta dovrei fare una fiction, con Paolo Genovese: una serie da Tutta colpa di Freud. Ma non voglio ripetere le fatiche dell’anno scorso, dove si è sommato di tutto, Sanremo, il cinema, Italia’s Got Talent…”. Sul Festival dice che “va bene una volta nella vita, come il militare”, e poi lascia intendere di pensare già al “dopo”: “Un amico mio coetaneo l’altra sera festeggiava la pensione, diceva che adesso coltiverà l’orto. Lì un pensiero ce l’ho fatto: non è che ha capito tutto lui?”.

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