Claudio Borghi contro Giuseppe Conte “Un pazzo”/ “Ma chi caz*o è? Tra lui e Casalino…”
Claudio Borghi scatenato durante la conferenza stampa di Giuseppe Conte. «Ma non ci voglio credere: Conte ancora in prima serata, inquadrato per pochi secondi con Casalino di fianco nella buca del suggeritore. Hanno fatto un decreto MA ci vuole lo stesso il DPCM e intanto il decreto per gli aiuti non si vede ancora», ha subito twittato il deputato della Lega. Poi a proposito del premier e del suo portavoce Rocco Casalino: «L’unica differenza? Il tappeto». Ma il leghista è un fiume in piena durante la conferenza stampa: «Conte che per la SECONDA VOLTA si vanta del decreto da 55 miliardi in prima serata. Quale decreto? Chi l’ha visto? NON È ANCORA STATO PUBBLICATO! NON ESISTE ANCORA». Non manca un riferimento alla gaffe col giornalista sul commissario Domenico Arcuri: «SE LEI RITIENE DI POTER FAR MEGLIO. Ma chi ca..o sei?». Poteva mancare un commento sulla replica di Conte alla domanda sul rapporto con le opposizioni? «Hahahahaha è andato SPESSO in Parlamento, addirittura ASCOLTA COSA DICONO LE OPPOSIZIONI INVECE DI PARLARE E ANDARE VIA. La prossima arriva vestito da Napoleone. Un pazzo».
BORGHI CONTRO CONTE: “CONFERENZA STAMPA VERGOGNOSA”
Claudio Borghi però riprende anche i giornalisti, perché non farebbero domande scomode al presidente del Consiglio Giuseppe Conte. «Ma una domanda semplice semplice tipo: com’è che il decreto Aprile non c’è ancora? Pare brutto?». Il deputato della Lega contesta praticamente ogni passaggio del discorso: «NOI CONCEDIAMO TANTE AGEVOLAZIONI FISCALI. Noi concediamo?». E poi: «CONFIDIAMO CHE IL DECRETO ANDRÀ IN GAZZETTA UFFICIALE DOMANI, confidiamo». Alla fine arriva un giudizio implacabile: «Si dai. Per rasserenarci un pò gli animi dopo l’ennesima vergognosa conferenza stampa di #conte stanotte apriamo il Club Notturno dell’Arte. A mezzanotte e mezza». Quando poi un utente gli fa notare che la Lega critica Conte da quando il premier ha attaccato Matteo Salvini, Borghi replica: «No… io ho capito che non era affatto un amico il 21 febbraio 2019». Il riferimento è alla vicenda delle riserve auree e al niet di Conte che disse che l’oro è e resta di Bankitalia.