Claudio Bravo Camus è noto anche per aver dipinto il generale Francisco Franco, ma non solo. Nella sua carriera di pittore iperrealista ha infatti dipinto anche il presidente delle Filippine Ferdinand Marcos insieme alla First Lady Imelda Marco oltre anche a Malcolm Forbes. Sicuramente non deve essere stato facile per lui dipingere personaggi così di spicco anche per la paura magari di avere delle ripercussioni o magari di sentirsi tirato in ballo per aver creato dei malumori anche a livello politico. Fatto sta che di certo Franciso Franco rimane uno dei personaggi più controversi, e anche temuti, della storia della Spagna. Proprio per questo viene da pensare che ci troviamo di fronte a un personaggio che di fronte a un’opera non conforme alle sue idee avrebbe potuto creare non pochi problemi. Indice che ci mostra ancora di più la personalità dello stesso Camus. (agg. di Matteo Fantozzi)



IL RAPPORTO COMPLICATO CON NEW YORK

Amato in tutto il mondo per le sue opere, tra dipinti e sculture, Claudio Bravo Camus nel corso della sua carriera ha vissuto per un breve periodo a New York. Convinto a trasferirsi negli States da Melvin Blake e Frank Purnell, il cileno ottenne fin da subito riscontri molto positivi: la sua prima mostra alla Staempfli Gallery ricevette recensioni entusiastiche anche da John Canaday, temuto critico d’arte del New York Times. Qualche tempo dopo, con il mutare dello stile di Camus, Canaday parlò di “lavori volgari”. La permanenza a New York si interruppe dopo un paio di anni: il cemento e l’ambiente urbano influenzarono i suoi lavori e per questo motivo decise di trascorrere un po’ di tempo in Marocco, attratto dalle numerose differenze sociali e non. Il trasferimento a Tangeri risale al 1972: Camus acquistò un palazzo a tre piani del XIX secolo e, come riporta la stampa cilena, decise di dipingere tutte le pareti di bianco per attirare la luce mediterranea presente nei suoi dipinti. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



CLAUDIO BRAVO CAMUS E LO STILE FOTOREALISTA

Celebrato, e riscoperto soprattutto per coloro che lo conoscevano poco ed erano a “digiuno” della sua arte, grazie al solito Doodle realizzato da Google, Claudio Bravo Camus è stato uno dei pittori più importanti dello scorso secolo, anche se fu penalizzato soprattutto all’inizio dalla scarsa attenzione che la critica rivolse inizialmente nei suoi confronti e poi dal complesso rapporto che ebbe con la scena spagnola. L’artista cileno nato a Valparaiso nel 1936, infatti scelte la Spagna come sua seconda casa per sviluppare quello stile fotorealista che però non prendeva a modelle delle istantanee ma dei soggetti reali, come nel caso della serie dei “pacchi” che lo rese famoso negli Anni Settanta. Sotto il regime del “generalissimo” Francisco Franco, infatti, Claudio Bravo Camus la sua espressione artistica fu fortemente limitata, eppure lui visse oltre dieci anni nel Paese iberico, tra Madrid e Barcellona, prima che il pittore cileno decidesse di riportare la sua arte Oltreoceano, negli Stati Uniti, dove raggiunse la fama e prima di decidere di stabilirsi definitivamente nel vecchio continente, ma in Marocco, dove i suoi giorni troveranno la fine nel 2011. (agg. di R. G. Flore)



GOOGLE CELEBRA IL PITTORE IPERREALISTA CILENO

Uno dei più importanti esponenti dell’iperrealismo pittorico del secolo scorso, nonché un artista eclettico che, a otto anni dalla sua scomparsa, viene oggi ricordato da Google col suo oramai consueto Doodle: il cileno Claudio Bravo Camus, nato a Valparaiso nel 1936 e morto nel 2011 in Marocco non verrà ricordato solamente per la sua celebre serie dei “pacchi”, ovvero una collezione di dipinti dallo stile fotorealistico in cui rappresentò dei pacchetti di carta tenuti insieme da una corda (regalatigli pare dalle sorelle e che stimolarono la sua immaginazione), e che lo rivelarono al panorama internazionale negli Anni Sessanta, ma soprattutto per il suo rapporto di amore-odio con il potere. Claudio Bravo Camus visse infatti anche in Spagna durante il regime di Francisco Franco e il dittatore, come pure altre importanti figure politiche del Novecento quali lo storico presidente delle Filippine, Ferdinand Marcos, che infatti l’artista cileno immortalò in dei dipinti in cui al succitato iperrealismo della rappresentazione a volte univa tocchi surrealisti mutuati invece dal genio di Salvador Dalì. (agg. di R. G. Flore)

IL DITTATORE, LA DELUSIONE E LA RINASCITA

Dal successo alla delusione, da un dittatore alla natura morta e alla rinascita della sua arte sul calar della vita: Claudio Bravo Camus era tutto questo e molto altro, non solo quell’artista oggi ricordato da Google. Nella Spagna del Franchismo, nonostante alcune opere commissionate proprio dal “generalissimo” non c’era quella libertà tale per poter sperimentare tutto il suo intento artistico e per questo per diversi anni Bravo Camus non era per nulla soddisfatto visto che non veniva dato il giusto apprezzamento e comprensione del valore delle sue opere. Ma invece che ritirarsi in sé, la delusione fu motore per spingere Claudio Bravo Cams ad avanzare fino alle prime nature morte dedicate ad oggetti impacchettati: prima New York e poi definitivamente Tangheri furono le tappe ultime del suo percorso decisamente “rinato” dopo la limitazione del suo iperrealismo imposto dai gusti del regime. Un pittore in libertà che ancora oggi “produce” nella scia continuata dei suoi affezionati “imitatori”. (agg. di Niccolò Magnani)

IL SOGNO MAI REALIZZATO DI CLAUDIO BRAVO CAMUS

Continuiamo il nostro viaggio alla scoperta di Claudio Bravo Camus, pittore cileno omaggiato oggi da Google con il doodle. L’artista di Valparaiso è noto per i suoi “pacchetti”, ma non solo: tra dipinti e sculture, le sue opere hanno un valore enorme e sono esposte nei principali musei del mondo. Purtroppo, non è riuscito a realizzare uno dei sogni più grandi: come raccontato da Ana Maria Stagno, direttrice della sezione cilena della Marlborough Gallery, avrebbe voluto realizzare un museo in Cile con la sua collezione privata ed i suoi oggetti personali. Ecco le parole della Stagno: «Ha sempre sognato di realizzare un museo nel suo Cile con le sue opere, ma non solo: le sculture romane, le sue opere di Andy Warhol, Francis Bacon o Manolo Valdes, o i lavori cinesi ed i vetri romani, senza dimenticare le sculture di Botero, Rodin, Benjamin Lira e Vicente Gajardo». Un altro desiderio mai realizzato è quello di una fondazione in Spagna a suo nome. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

CLAUDIO BRAVO CAMUS: “GLI OCCHI VEDONO PIU’ DELLA FOTOCAMERA”

Il suo “iperrealismo” è divenuto famoso in tutto il mondo, creando schiere di “discepoli” che ancora oggi si cimentano nella pittura guardando a Claudio Bravo Camus come un maestro. Nella sua ultima parte di vita personale, la carriera era ormai specializzata nella produzione di nature morte e opre figurative ed è quasi un canto del cigno: i famosi “pacchetti”, i drappeggi e gli interni così emozionanti tanto da far dimenticare si trattino di “semplici” obiettivi di copia dal vero. È il maestro dell’iperealismo e non è sbagliato definirlo un “inseguitore” della fotografia, come spesso gli hanno affibbiato nel corso degli anni anche dopo la sua morte; fu lo stesso Claudio Bravo Camus a sostenere, in merito a tal tema, che l’osservazione diretta degli oggetti è l’unico vero “dogma” «Gli occhi vedono molto più della fotocamera: mezzi toni, ombre, cambiamenti minuti di colore e luci». (agg. di Niccolò Magnani)

CAMUS E L’ISPIRAZIONE DALLE SORELLE

Claudio Bravo Camus è famoso per aver dipinto nella sua carriera prestigiosa i famosi “pacchetti”. Ma come nacque l’idea di riprodurre questi particolari soggetti? Stando a quanto specificato dai colleghi di Focus, pare che l’artista di Valparaiso fu sempre incuriosito da questi oggetti, in particolare dalla loro forma e dall’aspetto della carta. A quel punto decise quindi di disegnarli facendolo in modo molto realistico, quasi come fossero delle fotografie. Una serie di disegni che dimostrarono le grandi capacità dello stesso Bravo nell’uso di tecniche cosiddette trompe-l’oeil, che ingannano la vista dell’osservatore, dando una sensazione di tridimensionalità quando in realtà le dimensioni sono solo due, la larghezza e l’altezza (manca la profondità). La leggenda vuole che le prime a stimolare Claudio Bravo Camus furono le sue tre sorelle, che durante una visita portarono al pittore proprio alcuni pacchetti di carta lasciati poi su un tavolo. Sono numerosi i riconoscimenti ottenuti dal pittore sudamericano in vita, precisamente l’Hall of Fame Honoree (New York 96), il Gran Cruz de Alfonso X El Sabio (Madrid, 2000), l’International Distinguished Artist Award (Miami 2000), e infine, la Gold Medal of Honor (New York, 2005). (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

CLAUDIO BRAVO CAMUS CHI È? OGGI AVREBBE COMPIUTO 83 ANNI

Oggi, venerdì 8 ottobre, Google celebre Claudio Bravo Camus con il doodle: il pittore cileno avrebbe compiuto 83 anni, scopriamo chi è. Nato a Valparaiso nel 1936, Bravo si è inizialmente affermato come ritrattista in Cile ed in Spagna, divenendo famoso per le sue vivaci nature morte. Il boom è arrivato negli anni Sessanta grazie ai “pacchetti”: il doodle si ispira proprio ai pacchi raffigurati nei suoi dipinti, scatole di carta legate con una corda. Tra i più importanti artisti iperrealisti del Novecento, Claudio Bravo ha tratto ispirazione dai maestri classici spagnoli: da loro ha assorbito lo stile provocatorio, che ha coniugato con una formazione prettamente cilena con Miguel Venegas Cifuentes. Amato e conosciuto in tutto il mondo, il cileno ha tenuto la sua prima mostra a soli 17 anni: nel 1954 ha esposto le sue opere al Salon 13 di Valparaiso. ‘Dopo essere cresciuto nel suo Paese natale ed aver affinato la sua arte da autodidatta, Bravo Camus ha deciso di trasferirsi in Spagna all’inizio degli anni Sessanta: in Europa ha realizzato i suoi primi ritratti su commissione, comprese le foto dei membri della famiglia del generale Francisco Franco.

CHI E’ CLAUDIO BRAVO CAMUS

Nel 1970 Claudio Bravo Camus ha tenuto la sua prima mostra a New York City, due anni prima del suo trasferimento a Tangeri, in Marocco. Nel Paese africano ha iniziato a dipingere paesaggi e animali, senza dimenticare la natura morta ed i ritratti. Le sue opere hanno avuto grande fortuna in tutto il mondo, basti pensare che “White Package” del 1967 è stato venduto per 1 milione di dollari nel 2004. Poco conosciuto nel suo Paese natale fino agli anni Novanta, Bravo Camus è diventato uno dei punti di riferimenti del Cile in campo culturale grazie anche ad una mostra retrospettiva organizzata al Museo Nazionale delle Belle Arti di Santiago: in totale, 280 mila visitatori. Il suo decesso risale al 4 giugno 2011: l’artista è morto nella sua casa di Taroudant, in Marocco, a causa di due infarti. Le sue opere sono esposte nei musei di tutto il mondo, basti citare le collezioni pubbliche di alcuni tra i più importanti luoghi d’arte: il The Baltimore Museum of Art, El Museo del Barrio di New York City, l’Honolulu Museum of Art, il Metropolitan Museum of Art, il Museo Nacional de Bellas Artes di Santiago o ancora il Museum Ludwig di Colonia.

CLAUDIO BRAVO CAMUS, IL PITTORE DEI “PACCHETTI”

Fortemente influenzato dagli artisti del Rinascimento e del Barocco, Claudio Bravo Camus ha avuto come punto di riferimento il surrealista Salvador Dalì e non si è dedicato unicamente ai dipinti: nel corso della sua carriera, ha realizzato disegni, litografie e sculture di ogni tipo. Il grande amore per le opere rinascimentali è legato alle sue numerose visite al Museo del Prado di Madrid, nel corso del suo soggiorno in Spagna: affascinato dagli artisti italiani e spagnoli, ha dichiarato di essere stato colpito da pittori del calibro di Diego Velazquez, Francisco de Zurbaran e Juan Sanchez Cotan. Il caudillo Francisco Franco – con la sua famiglia – non è stato l’unico statista ad essere ritratto dall’artista cileno: tra i tanti, ricordiamo l’ex presidente delle Filippine Ferdinand Marcos con la sua first lady Imelda Marcos e il grande editore Malcolm Stevenson Forbes. Tra le tante curiosità legate a Claudio Bravo Camus, citiamo un aneddoto da lui raccontato in un’intervista a El Mercurio: il pittore ha dichiarato di essersi dato alla castità negli ultimi due decenni di vita, poiché «l’amore è molto complicato» e lui è stato troppo geloso e passionale. «I miei quadri ed i miei animali sono le mie migliori fonti d’amore, da quando ho 50 anni non ho avuto nessuno nel mio letto: mi sono stancato di fare l’amore», le sue parole.