Claudio Cecchetto, grande scopritore di talenti, è stato oggi in collegamento da Mantova, con la trasmissione di Rai1, Uno Weekend, in occasione dell’ultima puntata stagionale. Cecchetto nel corso della sua lunga carriera è riuscito a dare risalto a numerosi personaggi che hanno avuto uno straordinario successo soprattutto negli anni Ottanta.



Ospite di Anna Falchi e Beppe Convertini, ha commentato quel periodo magico scegliendo tre simboli: “La radio privata e la televisione privata, poi la spaghetti dance e il nostro Jovanotti, sono un po’ di parte”, ha commentato regalando un sorriso. Ma qual è la differenza, secondo lui, tra trovare il talento che dura nel tempo rispetto a quello che dura una sola stagione? “C’è una formula, ma così come succede per una nota bibita non la dico perchè sennò dopo gli altri me la copiano”, ha scherzato.



Claudio Cecchetto ed il lavoro di talent scout

Facendosi serio però, Claudio Cecchetto ha spiegato cos’è che davvero lo colpisce al punto da voler puntare su determinati personaggi rispetto ad altri, riuscendo poi a farli durare nel tempo: “E’ anche la questione di incontrare le persone che vedi subito, che scatenano un grande interesse. Io sono un curioso e i personaggi che ho lanciato mi hanno affascinato già dal primo incontro”.

Il noto talent scout Cecchetto ha spiegato cosa lo colpì, ad esempio di Francesco Facchinetti, figlio di Roby dei Pooh ed anche lui ospite in collegamento in occasione dell’ultima puntata di Uno Weekend: “Erano gli occhi, questa serenità e questa voglia di far spettacolo, lo si capiva dagli occhi. E quindi l’ho chiamato immediatamente”. Quindi, prima di congedarsi, ha svelato qual è la qualità principale di un talent scout di successo come lui: “Probabilmente ci vuole il talento per fare anche il talent scout”.