Claudio Cecchetto, storico volto che mise in piedi Radio Deejay e ha lanciato tantissimi artisti italiani, oggi compie 71 anni. Parlando con il Corriere della Sera, nell’edizione di Bologna, ha ripercorso alcuni momenti chiave della sua carriera, approfittandone anche per parlare del suo nuovo progetto radiofonico. Sempre oggi, infatti, ha lanciato RadioCecchetto, il suo ultimo sforzo artistico accessibile a chiunque tramite il web.



“Sono tornato da dove ero partito”, racconta Claudio Cecchetto parlando della sua nuova radio, “mi portò fortuna fondare Radio Deejay negli anni ottanta, vedremo come va questa nuova avventura”. Racconta, infatti, che il suo futuro sarà completamente dedicato alla radio e al web, perché “la prima mission della radio era artistica adesso invece è esclusivamente commerciale. Voglio tornare ad una mission artistica in radio, sul web dove chiunque potrà divertirsi”. Un progetto ambizioso, sicuramente, ma in cui Claudio Cecchetto sembra crederci veramente, tanto che racconta che “c’è una regia, ci sono i tecnici. La serietà non manca. L’obiettivo è sfruttare tutte le tecnologie che l’uomo ha invitato per rinvigorire la radio per farla tornare un grande media”.



Claudio Cecchetto: “Max Pezzali? Non penso più a lui”

Raccontandosi e ripercorrendo il suo passato, Claudio Cecchetto ricorda che tutto è iniziato nel 1981 “quando uscii con il Gioca Jouer” che funzionò perfettamente, secondo lui, perché “non era una canzone ma un gioco. La ascoltò Gianni Ravera, a cui piacque molto. Mi disse: ‘Facciamola diventare la sigla del festival di Sanremo’. È importante perché all’epoca il festival non aveva sigle. Al termine di quella edizione, il discografico Freddie Naggiar mi disse: ‘Il festival lo hai vinto tu'”.



Claudio Cecchetto, che negli anni ha visto tantissimo artisti passargli davanti, racconta che “fare il mio lavoro per fortuna è sempre stata una gioia. Non ci sono artisti difficili o ostici” perché chi lo è “guarda a caso non funziona e non diventa famoso”. Passando, poi, a parlare degli 883, sostiene fermamente di non aver mai scritto i pezzi. “A firmarli erano soprattutto Max Pezzali e Mauro Repetto”, mentre lui si occupava della produzione e dell’arrangiamento. Infine, interpellato sul litigio con Max Pezzali e, soprattutto, sul fatto se abbiano o meno fatto pace, Claudio Cecchetto sostiene che “in questo momento non penso a lui. Un autore indimenticabile, ma come persona diciamo che lo è un po’ meno”.