Claudio Donat-Cattin è morto a Roma all’età di 79 anni nella notte di Natale. Non è chiaro chi ne abbia dato l’annuncio, probabilmente i familiari del famoso giornalista, mentre si sarebbe spento all’ospedale Gemelli di Roma dove era stato ricoverato qualche settimana in seguito ad un malore non precisato. La sua situazione si sarebbe aggravata nella notte, portando al decesso dell’ex vice-direttore di Rai 1.



Claudio Donat-Cattin: giornalista, premio Saint Vincent per la cronaca

Claudio Donat-Cattin è stato un celebre giornalista, in passato fu vice-direttore di Rai 1 e del giornale Il Giorno. Figlio di Carlo Donat-Cattin, ministro e segretario della Democrazia Cristiana, e fratello dell’ex terrorista Marco Donat-Cattin morto investito nel 1988. Colto da un malore nelle scorse settimane, era in osservazione all’ospedale Gemelli di Roma, dove nella notte sarebbe peggiorato fino al decesso.



Claudio Donat-Cattin ha lavorato per alcuni tra i più importanti giornali italiani, tra cui la Gazzetta del Popolo, per la quale scrisse nel 1969, assieme a Vito Napoli, un’importante inchiesta. Portò alla luce lo scandalo delle Cliniche nella Sanità Torinese, portando alla luce un giro di sprechi di risorse pubbliche. L’inchiesta gli valse l’ambito premio alla cronaca giornalistica Saint Vincent. Divenne anche vice-direttore della Gazzetta del Popolo, guadagnandosi infine un posto anche in Rai.

Bruno Vespa ricorda Claudio Donat-Cattin

Durante la sua permanenza in Rai, Claudio Donat-Cattin conobbe anche il collega Bruno Vespa, con il quale fondò la celebre trasmissione Porta a Porta, assieme anche a Marco Zavattini, Marco Aleotti e Antonella Martinelli. E proprio lo storico volto di Porta a Porta, Bruno Vespa, ha voluto dedicare un ricordo all’amico scomparso su Twitter. “Scompare un grande professionista, un amico di lunga data, un instancabile compagno di lavoro. Vice direttore del Giorno e di Rai 1, è stato un punto di forza di Porta a Porta fin dalla fondazione”, si legge nel tweet. Contestualmente, Osvaldo Napoli, attualmente impegnato nella segreteria nazionale di Azione, ha parlato del “caro amico” scomparso per il suo “tesoro di umanità e di cultura pagato, in silenzio, per il peso del nome che portava”.