Riflettori accesi sulle pensioni, Claudio Durigon indica la strada. Intervistato dalla Verità, il sottosegretario al ministero del Lavoro in quota Lega ha ribadito l’impegno ad aumentare le pensioni minime: “Assolutamente sì. Chi più di un pensionato che guadagna 600 euro al mese sta risentendo dell’aumento dei prezzi degli ultimi anni? Poi se mi chiede che tipo di sforzo possiamo fare, le dico che i tempi per quantificare non sono ancora maturi”.



No a sparare cifre a caso, le variabili in gioco sono tante e molto dipenderà anche dalla platea. Durigon si è poi soffermato sul taglio delle rivalutazioni: “Se parla degli assegni medio bassi, le garantisco che non c’è nessun ragionamento in atto, se il discorso si sposta sulle fasce alte, visto che ci sono in ballo risorse per circa 20 miliardi, allora è possibile che delle piccole limature percentuali rientrino in un discorso più complessivo. Non le racconterei la verità se le dicessi che non c’è stato un pensiero in questo senso, ma al tempo stesso le dico che siamo appunto ancora alla fase dei ragionamenti”.



Il punto di Durigon

Nel corso del dialogo con il quotidiano diretto da Belpietro, Durigon ha confermato la volontà del governo di rinnovare Quota 103 e l’Ape sociale , ma anche di ampliare la platea. E’ ancora presto invece per Quota 41, obiettivo dichiarato del Carroccio: “In realtà i primi passi per arrivare all’obiettivo sono stati introdotti nella cosiddetta Quota 103 quando si fissa il paletto dei 41 anni di contributi ai quali va aggiunta l’età anagrafica. E comunque Quota 41 resta un obiettivo di legislatura che sicuramente verrà concretizzato”. Ora la priorità va data al supporto alla fasce medio basse tra i pensionati, ha rimarcato Durigon: “Se ci ragiona è la stessa logica usata per il taglio del cuneo, ma anche quando è stata decisa la misura sugli extraprofitti delle banche”.

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