Claudio Durigon, sottosegretario al Lavoro, ha commentato, sulle pagine del quotidiano La Stampa la recente riforma del governo che ha portato ad un taglio del cuneo fiscale pari a 6/7 punti, scatenando le critiche dell’opposizione e dei sindacati. “Il taglio è un grande intervento”, spiega in apertura, “nessun governo prima era arrivato a fare tanto. Il nostro obbiettivo, in una fase in cui i salari stanno subendo il peso di un’inflazione molto alta”.



Inoltre, Claudio Durigon spiega che “la nostra volontà è di rendere questo intervento strutturale“. Vorrebbero, infatti, “proseguire anche nel 2024” senza però confermare che effettivamente le tasche dello stato riusciranno a garantire questa possibilità. Sicuramente si potrà fare di più, in futuro, ma “oggi c’era l’esigenza impellente di mettere subito più soldi nelle tasche di chi lavora“. Sul Reddito di cittadinanza, invece, Claudio Durigon spiega che il risparmio ottenuto dallo stato rivedendolo si attesta “ad un miliardo di euro”, ragione per cui non si tratterebbe di far cassa sui più poveri, come accusa l’opposizione.



Claudio Durigon: “Sulle pensioni puntiamo a quota 41 per tutti”

Passando oltre, poi, Claudio Durigon affronta la questione contratti a termine che, per lui, equivale ad aver “messo fine ad un sistema di turn-over fortissimo, legato alle vecchie causali. Se guardiamo i dati la maggior parte dei contratti a termine durano meno di un anno: andava via un lavoratore e se ne prendeva un altro”, tutto a discapito, ovviamente, dei più giovani che cercano lavori per la prima volta nella loro vita.

“Credo”, spiega ancora Claudio Durigon, “che anche se l’attività dell’azienda è precaria i contratti possano durare molto di più ed anche in queste situazioni poi il rapporto di lavoro possa sfociare in un contratto a tempo indeterminato“. Sulle pensioni, invece, che sembrano passate in secondo piano, spiega che “stiamo cercando di attivarci per dare una risposta pensionistica più globale. Abbiamo con la Finanziaria scorsa inserito Quota 41 e mandato in pensione circa 50.000 persone in più rispetto”. Ma secondo Claudio Durigon, è anche vero che “ora si può pensare di migliorare ancora”, e l’obiettivo è “una Quota 41 per tutti, senza escludere la possibilità di migliorare fin da subito l’attuale Quota 103″.