Dibattito rovente sul salario minimo, Claudio Durigon ha le idee chiare. Il sottosegretario in quota Lega condivide il pensiero del primo ministro Meloni – “può essere controproducente” – e punta al sostegno ai lavoratori più poveri. Nel corso del suo dialogo con il Corriere della Sera, ha sottolineato che “stabilire per legge una soglia minima di 9 euro lordi all’ora rischia di schiacciare verso il basso anche i salari mediani”.



I salari mediani vanno difesi e il governo punta a fare di più, senza dimenticare che in Italia gli stipendi sono decresciuti negli ultimi quindici anni: “Un salario minimo per legge avrebbe un impatto sulla contrattazione collettiva, la depotenzierebbe. E quella soglia di 9 euro finirebbe per essere applicata anche in settori in cui il minimo è più alto. Non è un caso se la Direttiva europea stabilisce che non ci sia obbligo di salario minimo in Paesi in cui la quota di lavoratori coperti dalla contrattazione collettiva è elevata come in Italia”.



L’analisi di Durigon

Il tavolo convocato dal premier Meloni con le opposizioni è un’occasione utile per lavorarci, ma il governo non ha intenzione di fare alcuna passerella. Durigon ha evidenziato che la sinistra parla di emergenza, ma poi fa una proposta che non cambierà nulla fino a novembre 2024: “Quanta demagogia. Andremo al tavolo con cinque proposte molto dettagliate per il sostegno ai salari. Estendere la contrattazione collettiva applicando, laddove non c’è, il contratto di categoria che può essere considerato di riferimento. Rivedere l’impalcatura degli appalti sui servizi eliminando il massimo ribasso sulla voce del costo del lavoro: provo rabbia nel vedere che anche nel pubblico ci sono servizi affidati con la soglia minima di 5 euro l’ora”. Durigon ha poi aggiunto: “Dare ruolo al Cnel e all’Aran per controbilanciare gli effetti dei cosiddetti contratti pirata. Introdurre premialità per chi è tempestivo nel rinnovo dei contratti. Quale passerella…”.

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