I genitori di Giulio Regeni, Claudio e Paola, hanno annunciato ieri a “Propaganda Live” su La7 di aver predisposto una denuncia contro il governo italiano per la violazione della legge in materia di vendita di armi a quei Paesi che sono autori di gravi violazioni dei diritti umani. Il provvedimento, che fa riferimento alla vendita di due Fregate all’Egitto, è stato preparato dall’avvocato Alessandra Bellerini, legale dei familiari del ricercatore torturato e ucciso nel 2016. I coniugi hanno anche commentato le dichiarazioni della procura egiziana: «Continuano a gettare fango e confermano ancora una volta l’atteggiamento conosciuto bene negli ultimi 5 anni». Inoltre, per Claudio Regeni e la moglie Paola «dimostrano l’impunità di cui sentono di godere scaricando la responsabilità su persone innocenti».



I genitori di Giulio Regeni ritengono che è come se abbia parlato direttamente al Sisi e giudicano quelle parole «uno schiaffo non solo a noi ma all’intera Italia». Quindi, la critica al governo italiano, definito «troppo remissivo e troppo debole». Infine, si aspettano ancora che venga richiamato l’ambasciatore italiano in Egitto come atto forte. «Con queste persone, con questo governo (egiziano, ndr) non si tratta, bisogna reagire, perché diversamente i nostri figli non saranno più sicuri, perderanno fiducia e speranza». (agg. di Silvana Palazzo)



CLAUDIO E PAOLA, GENITORI GIULIO REGENI A PROPAGANDA LIVE

Ci saranno anche Claudio Regeni e Paola Deffendi, genitori di Giulio Regeni, tra gli ospiti del Capodanno di La7 che per l’occasione proporrà una puntata speciale del programma di Diego “Zoro” Bianchi, Propaganda Live. Il giovane figlio, ricercatore friulano, fu ucciso in Egitto nel 2016 e di recente la vicenda è tornata in primo piano dopo l’annunciata chiusura delle indagini che ha portato a far emergere le strazianti torture e sevizie dalle quali Giulio non è riuscito a scappare. Sull’argomento, di recente, sono intervenuti i genitori di Regeni, nell’ambito della trasmissione di Fabio Fazio, Che tempo che fa, asserendo: “Non continuare a saccheggiare i documenti” a caccia di dettagli sulle torture, proprio per rispetto del loro amato figlio.



Un doppio appello, quello avanzato dai signori Claudio e Paola, i quali hanno chiesto da una parte “un giornalismo investigativo, che capisca quali sono le relazioni bilaterali di amicizia con l’Egitto” e dall’altra “che nessuno si costituisca parte civile: rallenterebbe i tempi del processo e finirebbe con l’aiutare solo gli egiziani”. Dopo la chiusura delle indagini da parte della procura di Roma, la madre e il padre di Regeni hanno aggiunto: “E’ ora che l’Italia dia un segnale concreto di insoddisfazione per la mancanza di collaborazione da parte dell’Egitto. Per questo rinnoviamo la richiesta di richiamo per consultazioni dell’ambasciatore Cantin”.

CLAUDIO E PAOLA, LA BATTAGLIA DEI GENITORI GIULIO REGENI

Quella messa in atto da Claudio e Paola, genitori di Giulio Regeni, è stata definita da entrambi come una lotta di famiglia trasformatasi in “una lotta di civiltà per i diritti umani, che è come se agisse Giulio”. Quanto accaduto al giovane ricercatore rappresenta una sorta di specchio che rammenta in tutto il mondo come vengono violati i diritti umani in Egitto quotidianamente. Così la signora Paola aveva commentato in conferenza stampa alla Camera la chiusura delle indagini, definita “Non una festa, ma una giornata importante per la democrazia italiana e non solo”. La donna si è detta stanca della classica retorica della madre e del dolore che una madre può sentire ed ha aggiunto: “Le madri, come i padri, sono dei cittadini e hanno dunque diritto di rivendicare verità e giustizia per i loro figli”, ha spiegato. Entrambi i genitori hanno chiesto rispetto per Giulio e hanno aggiunto: “No libri, film o canzoni che pretendano di raccontarlo. Solo noi possiamo farlo, nessuno pensi di cannibalizzare la sua figura”.