Niente crisi del morale dei russi, ora il peggior che può succedere è lo stallo prolungato: categorico il generale Claudio Graziano. L’ex comandante delle forze europee ai microfoni della Stampa ha sottolineato che l’Occidente ora deve continuare a fornire tutti i mezzi necessari per arrivare a una pace vittoriosa, quindi giusta.
Dopo aver analizzato la situazione in campo, Graziano ha ricordato che l’Ue ha recentemente impegnato 1 miliardo per produrre munizioni entro un anno, mentre gli americani vogliono impegnare un ulteriore miliardo per la difesa aerea e i mezzi corazzati: “Gli ucraini dicono chiaramente che le forze a disposizione non sono sufficienti per riconquistare i territori illegalmente annessi. Tutti gli indicatori fanno escludere che la guerra finirà prima di un anno. Il supporto all’Ucraina deve continuare. Gli Stati occidentali devono prendere coscienza che sarà ancora lunga”.
L’analisi del generale Graziano
Nel corso del suo dialogo con il quotidiano torinese, Graziano ha sottolineato che lo stallo è da evitare in ogni modo, poiché prolunga la guerra e – “in modo subdolo” – allontana da una trattativa di pace: “L’approvvigionamento di sistemi d’arma tecnologicamente idonei a conseguire una vittoria giusta, senza però determinare escalation incontrollate, è necessario, compatibilmente con i tempi di produzione degli armamenti e col fatto che l’Europa ha un’economia di pace e non di guerra”. Poi il generale si è soffermato sul riarmo dell’Italia con l’acquisto di oltre cento Leopard 2 A8 per un totale di 4 miliardi: “Dopo anni di sottofinanziamento, il Paese ha sentito l’esigenza di potenziare difesa e sicurezza adeguando le forze armate nel settore navale, aerospaziale e terrestre, anche con mezzi pesanti efficienti. Il fronte Sud, come ha detto il Presidente Meloni al summit Nato, va rafforzato nell’ottica di riportare l’attenzione sulla centralità geostrategica del Mediterraneo. Anche alla luce della penetrazione della Russia in Africa e di altre potenziali minacce come quelle alle reti sottomarine, ricordando sempre che lo sbocco sul Mediterraneo dal Mar Nero è uno degli obiettivi storici della Russia”.