Claudio Lippi torna ad esporsi sulla situazione della Rai e lo fa in una lunga intervista su Libero, dove specifica la sensazione che sarà richiamato: “Hanno costruito male i palinsesti, sono malmessi e mi richiameranno”. L’errore più grande secondo lui è stato quello di chiudere La Prova del cuoco, storico programma targato Rai che nelle ultime stagioni aveva visto Elisa Isoardi prendere il posto di Antonella Clerici e che ha accompagnato gli italiani a l’ora di pranzo per vent’anni. La situazione lo relega in panchina cosa che non gli dispiace del tutto: “Forse è un vantaggio in un momento nel quale tra la pandemia e l’avvicendamento dei direttori l’offerta autunnale è stata costruita frettolosamente e potrebbe riservare delle sorprese. Potrei risultare utile alla Rai prima di quanto non si possa pensare”.



Claudio Lippi, il suo momento

Claudio Lippi si sofferma anche sulla sua carriera, facendo una riflessione ad ampio raggio: “Sono apparso in televisione quando nessuno se lo aspettava e me ne sono andato quando nessuno l’avrebbe mai detto. Sono fatto così, sono un jolly e non do garanzie di presenza o assenza”. Intanto però rimane al passo coi tempi lanciando sul web Tuby Tv: “Mi piace conoscere, sperimentare e variare finché ne avrò la forza continuerò a farlo. I social network poi non sono così diversi dalla televisione, cambia il linguaggio ma non i contenuti“. Intanto lancia un talent con cantanti che divisi per categorie si affronteranno con le cover per arrivare all’inedito, una formula che ricorda X Factor: “Se Sky si arrabbierà prenderà dello Xanax e gli passerà”.



Il sogno Sanremo

Tra i sogni di Claudio Lippi rimane il Festival di Sanremo che non l’ha mai visto nei panni di conduttore. Specifica: “Dal 1972 faccio questo mestiere e sono stato sempre pronto per Sanremo. Mi devono chiamare però, perché io non mi propongo da solo. A oggi tutti hanno condotto egregiamente il festival”. Specifica di non aver mai pensato che avrebbe potuto fare di meglio di chi è salito sul palco e poi aggiunge: “Sanremo è l’unico evento che sopravvive a prescindere dalla conduzione. Persino le edizioni dei “figli di” hanno raccolto buoni risultati nonostante la conduzione disastrosa”. E chissà che la Rai non possa dargli la soddisfazione di condurre la kermesse della musica italiana, arrivato a 75 anni se lo meriterebbe davvero.

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