Elisabetta e Mauro, genitori di Claudio Mandia, il povero ragazzo italiano che si è suicidato in una scuola di New York, la EF Academy, sono stati intervistati dal programma di Canale 5, Mattino Cinque. “Noi siamo arrivati a New York giovedì 17 febbraio con l’animo gioioso – le parole della madre dello studente morto suicida – ci apprestavamo ad organizzare una grande festa, in un paio di giorni sarebbe stato il suo 18esimo compleanno, un compleanno importante. Eravamo con sorelle, zie, avevamo appuntamento a New York con amici per questo festeggiamento. E invece in quello stesso aeroporto abbiamo visto che c’erano dei poliziotti che ci aspettavano, hanno chiesto a mio marito e a me di raggiungergli in una stanza separata: pensavamo ad un controllo di routine”.



“Abbiamo tranquillizzato chi era con noi – ha continuato la donna – e invece dentro questa stanza abbiamo trovato delle persone fra cui il prof di italiano di Claudio e non era un segnale positivo. Abbiamo chiesto come stesse Claudio, e il prof ci ha detto che era stato trovato morto quella mattina stessa”. Il papà ha poi preso la parola: “Io son caduto a terra e mia moglie che è una tosta era già a preoccuparsi delle ragazze che erano fuori”.



CLAUDIO MANDIA, LA MAMMA: “ABBIAMO CHIESTO DI CAPIRE COSA SIA SUCCESSO”

Quindi la mamma di Claudio Mandia ha aggiunto: “Abbiamo chiesto di capire cosa fosse successo e ci hanno detto che si era suicidato. Noi era da liunedì che sapevamo che Claudio era stato oggetto di un provvedimento accademico e poi era stato messo in isolamento. E’ stato espulso dal programma di studi. All’inizio Claudio non voleva dircelo, cercava di tranquillizzarci. Una volta saputo abbiamo scritto una lettera di scuse alla scuola, e la risposta è stata ‘Ci penseremo su’. Noi abbiamo denunciato l’istituto, vogliamo chiarezza, in questi mesi, basandoci solo sul materiale raccolto da noi (la scuola non ci ha fornito nulla), abbiamo scoperto che a Claudio era permesso vedere i suoi amici e la sorella solo in corridoio ma non nelle stanze”.



Il papà ha aggiunto: “Io ho parlato con i responsabili, gli ho detto loro che non potevano trattare mio figlio come se fossero il 41 Bis. Noi siamo benestanti ma il fatto di aver fatto spendere tanti soldi alla famiglia è stata un’enorme pressione, un grande stress addosso. Come si fa a trattare un ragazzino così e la risposta è stata ‘Queste sono le nostre regole'”. La scuola, come mandato in onda da Mattino Cinque, contesta le parole della famiglia di Claudio Mandia nonché la denuncia presentata dagli stessi: “Siamo più fiduciosi noi di loro su come andrà il processo – ha detto il papà di Claudio, il signor Mauro Mandia – abbiamo avuto fin da subito l’appoggio delle autorità italiane”. La madre. “E’ vero, la porta non era chiusa a chiave ma se un responsabile ti dice di non uscire altrimenti subisci conseguenze terribili, cosa volete che facesse? La scuola ci aveva spiegato qualsiasi cosa nel processo di ammissione ma questo non ci era stato spiegato, e questo è importante perchè potrebbe capire ad altre famiglie”. La mamma ha concluso: “Quello che è accaduto a Claudio è qualcosa di ingiusto, mai avremmo potuto immaginare una cosa del genere. Non è il solo, chi sa qualcosa parli”.