A I Fatti Vostri il drammatico caso di Claudio Mandia, 18enne italiano morto suicida in una scuola di New York. I genitori sono stati ospiti del programma di Rai Due, e la mamma ha ricordato così quel tragico giorno in cui ricevettero la terribile notizie della morte del figlio: “Avevamo organizzato questo viaggio da molto tempo – le parole di Elisabetta Benesatto – Claudio avrebbe compiuto 18 anni dopo pochi giorni. Eravamo lì con gli zii, le sorelle, ci avrebbero raggiunti altri amici. Quando siamo arrivati all’aeroporto in questo clima in cui ci preparavamo a festeggiare ci siamo accorti che c’erano dei poliziotti che ci guardavano in maniera sospetta, ci hanno chiesto di seguirli in una stanza e abbiamo immaginato ad un controllo di routine, ma non lo era”.
“Siamo entrati in questa stanza e oltre ai poliziotti c’erano tre persone fra cui il prof di italiano di Claudio e la presenza di un professore all’aeroporto non era un buon segno. Abbiamo subito chiesto come stesse Claudio e la risposta fu ‘Claudio non sta bene, è morto’. Mio figlio era stato trovato morto la mattina mentre noi eravamo in volo”. Mauro Mandia, papà di Claudio, ha aggiunto: “E’ stato terribile, sono cascato a terra, mia moglie è rimasta lì, lei è una tosta”. E ancora: “Claudio aveva desiderato tantissimo andare a studiare a New York”.
CLAUDIO MANDIA, LA MAMMA: “ERA SOTTO PRESSIONE”
La mamma di Claudio Mandia ha ripreso la parola: “Lui era sotto pressione perchè era andato a scuola un po’ in ritardo per via del covid, quindi era un po’ indietro rispetto ai compagni e poi avevamo avuto anche la notizia di un lutto famigliare che lo aveva segnato”. Poi la signora Benesatto ha aggiunto: “Era in difficoltà in matematica, si era fatto aiutare da un amico, ed era stato sottoposto ad una sorta di processo a scuola e gli avevano detto che nel giro di qualche giorno avrebbero avuto il verdetto”. Il padre ha aggiunto: “Lui comunque era certo che non ci sarebbe stato un verdetto eccessivo”.
La scuola, invece, decide di mettere Claudio Mandia in isolamento: “Tramite una videochiamata ci siamo accorti che era stato messo in una stanza spoglia, completamente bianca. Lui non poteva uscire dalla stanza, non poteva vedere nessuno se autorizzato. Alla sorella hanno consentito di entrare solo dopo nostra insistenza”. La sorella, però, doveva restare nel corridoio e non potevano toccarsi, “Come se fosse un detenuto. I suoi amici hanno notato anche delle ecchimosi sul collo – ha aggiunto il papà di Claudio Mandia – ma lui ha minimizzato”. Di nuovo la mamma: “Nostro figlio è rimasto ore da solo, un ragazzino minorenne è stato messo in isolamento e chi gli ha portato la colazione non si è nemmeno premunito di capire se Claudio fosse vivo o morto”. Purtroppo la giustizia americana non è intenzionata a procedere nei confronti della scuola ma i genitori non considerano affatto il caso chiuso.