La scuola non ha colpe per il suicidio di Claudio Mandia, il giovane studente italiano che si è tolto la vita in un college di New York, scagionato dalla Conte della stessa Grande Mela. I genitori hanno commentato il provvedimento in diretta a Mattino Cinque, su Canale 5: “Il sistema americano è un sistema diverso, ma Claudio è stato mosso dalla sua stanza, messo in una stanza in un corridoio isolato, era da solo, non poteva uscire e non poteva andare a pranzare e il comunicato della polizia lo specifica. Alcuni dei pasti non gli sono stati portati”, ha raccontato la mamma del povero Claudio Mandia, la signora Elisabetta.



“Al ragazzo era stato detto di non uscite e che il corridoio era videosorvegliato come si legge sul comunicato della polizia. Inoltre Claudio non era il solo ragazzo in quelle condizioni, un altro ragazzo viveva nelle stesse condizioni e ciò ci fa capire che c’era una condizione di maltrattamento”.



CLAUDIO MANDIA, I GENITORI: “NON ABBIAMO SENSI DI COLPA”

“Nostro figlio era morto da molte ore quando è stata chuiamata la polizia – ha proseguito la mamma di Claudio Mandia – anche nelle condizioni più disagiate passano pochi minuti mentre nostro figlio è rimasto molte ore”. Margherita Carlini, criminologa in collegamento, ha commentato: “Mi sembra che la scuola voglia negare di aver isolato il ragazzo ma emerge una condizione di totale deprivazione di contatto, è una tecnica psicologica. E’ vero che non è stato chiuso a chiave ma ci sono stati una serie di elementi insiti nella strutturazione gerarchica in quello che era il suo ruolo, uno studente impunito per un errore, era in una situazione di insubordinazione totale”.



La mamma ha ripreso la parola: “Nostro figlio aveva commesso un errore scolastico e non di comportamento, nessun errore nel rapporto con le altre persone”. Mauro, papà di Claudio Mandia ha aggiunto: “Claudio non era un ragazzo fragile, a 16 anni ha preso l’aereo ed è andato a New York. Tutti i ragazzi in questa scuola erano tutti con grandissimo coraggio. Noi non abbiamo sensi di colpa e non è presunzione, abbiamo fatto tutto ciò che era possibile. Lì erano tutti soggiogati e verrà fuori, lui ha chiesto aiuto a tutti fino all’ultimo secondo. Ci sono indagini nostre in corso, la difesa ha potere inquirente e ci sono cose che non possiamo al momento riferire”.