Claudio Ranieri è un ex giocatore ed allenatore italiano. Nel corso della sua lunga intervista ha parlato dell’emozione nel sentire l’applauso di tutto l’Olimpico durante la gara contro il Leicester: “Un’emozione fortissima”, dice il tecnico. Romano di nascita, ha vestito i colori giallorossi prima di passare al Catanzaro, con i quali giocherà per 8 stagioni, e successivamente concludendo la sua carriera in Sicilia con i colori del Catania e rosanero del Palermo. Da allenatore ha allenato in tutto il mondo: dall’Italia con le panchine di Roma, Juventus ed Inter, fino alla Spagna con il Valencia ed Atletico Madrid e Francia sulla poltrona del Monaco. La carriera del tecnico, però, è decisamente legata all’esperienza inglese. In Premier League ha allenato per 4 anni Chelsea, Fulham, Watford e Leicester. Con quest’ultimi si è reso protagonista di uno storico, ed incredibile, scudetto vinto nella stagione 2015-2016.



Intervistato dai colleghi del Corriere dello Sport, il tecnico romano ha parlato del campionato di Serie A. Tra i temi trattati l’Inter e la Roma con gli inizi, rispettivi, di campionato alla luce dello scontro di questo sabato che li vedrà di fronte allo stadio San Siro di Milano. Simone Inzaghi affronterà Josè Mourinho; proprio dello Special One, il tecnico romano, ha dichiarato: “José ora è un grande amico. Fu molto carino quando il Leicester mi esonerò. Si presentò in conferenza stampa con la tuta che portava le iniziali CR. “Ha scritto la storia più bella di sempre”, disse Mourinho”. Claudio Ranieri, continua, parlando del nuovo Josè Mourinho durante l’esperienza nella sua Roma: “Lo ritrovo più riflessivo e consapevole, si cambia. La Roma aveva bisogno di Mourinho e probabilmente Mourinho della Roma, di una tifoseria che si è data a lui senza riserve“.



Claudio Ranieri: “Raspadori come Rossi? Più Thomas Muller”

Non soltanto Inter e Roma; per Claudio Ranieri anche il Napoli può dire la sua in zona scudetto: “Credo che possa mettere a frutto l’esperienza negativa dell’ultima stagione quando lo buttò via in casa con squadre di minore qualità. Kvara è un giocatore strepitoso. Il ragazzo ha uno strappo sensazionale e una consapevolezza dei propri mezzi tale da consentirgli giocate rischiose”. Claudio Ranieri spende anche un pensiero su Giacomo Raspadori, neo acquisto partenopeo: “Giacomo mi piace da morire. Un attaccante modernissimo, lega il gioco, parte da dietro, entra dentro l’area con i tempi giusti, ha il gol”. Paragone con Paolo Rossi?”, dice il tecnico romano, che poi continua: “Io li trovo assai diversi, io vedo maggiormente analogie con Thomas Muller”.



Dalla tecnica sopraffina di Kvaratskhelia e di Raspadori, il tecnico ex Roma esprime la sua sull’aspetto tattico e, sull’ormai molto rinomata, costruzione dal basso. “La costruzione dal basso io la odio. È vero che se trovi tre, quattro passaggi fatti bene annulli la pressione alta degli avversari e si apre una voragine nella loro difesa“, dice Ranieri che continua: “Per ottenere quella precisione di battuta servono giocatori con caratteristiche speciali e non tutti se li possono permettere. Io ammiro il Liverpool di Klopp“. Claudio Ranieri svela il suo gioco con il Valencia durante l’esperienza spagnola degli anni novanta: “Nel ’97, al Valencia, tutti mi parlavano, esaltandolo, del possesso di Real e Barcellona e io puntai sulla rapidità e sul verticale. Non capisco chi palleggia a lungo, subisce il gol e solo quando è sotto verticalizza. Ma fatelo dall’inizio, dico io“.

Claudio Ranieri: “Allenatore grazie a Gianni Di Marzio”

Il tecnico romano, nel corso della sua intervista, dopo aver trattato i temi tecnici e tattici, ha parlato della nascita della sua professione di allenatore. Il merito è da dare a Gianni Di Marzio, dice il tecnico romano: “Diventai allenatore quasi per caso, il merito fu di Di Marzio. Fu
lui a parlare di me col presidente della Vigor Lamezia, Interregionale. Colsi la palla al balzo, anche se avrei potuto continuare a giocare“. Il tecnico romano, nel ripercorrere la sua carriera, poi si sofferma maggiormente sul miracolo Leicester: “Vi contribuirono tanti fattori. A partire dal presidente che mi consegnò la squadra quando era ancora in ritiro, all’improvviso aveva mandato via l’allenatore. Il Leicester era salito la stagione precedente in Premier e in seguito si era salvato all’ultima giornata. Cambiai alcune cose, gradualmente ma radicali“.

Partì dai terzini, Fuchs e Simpson“, dice Ranieri che poi racconta di N’Golo Kante, oggi perno titolare del Chelsea e della Francia: “Decisi di trovare posto al giovane Kanté, un motorino inesauribile, prima come ala sinistra poi accanto a Drinkwater. Quei ragazzi stavano bene insieme, si aiutavano. Se Mahrez si accentrava, Okazaki andava a coprire il suo lato. Nelle prime settimane spiegai alla squadra che non bisognava mollare mai”. Claudio Ranieri, conclude la sua intervista con i colleghi del Corriere dello Sport spiegando l’emozione vissuta durante l’applauso, a lui riservatogli, durante il match Roma Leicester: “Quando partì l’applauso di entrambe le tifoserie rimasi sorpreso e spiazzato, io sono timido, riservato. Fu mia moglie a suggerirmi di alzarmi in piedi per ringraziare i sessantamila. Un’emozione fortissima”.