Donatella Rettore e l’antipatia nei confronti di Claudio Rego prima che diventasse suo marito
Anche quando parla del marito Claudio Rego, Donatella Rettore si conferma una persona molto schietta e diretta. E quando si tratta di raccontare come è nato l’amore per la sua dolce metà non si tira indietro, come nell’interessante intervista rilasciata qualche tempo fa al Corriere della Sera. “Io all’inizio ho odiato Claudio”, ha confidato la cantante. “Era il 1976, studio di registrazione. Io ero una ragazzina, aspiravo a Sanremo, facevo le selezioni per Castrocaro. Dovevo incidere, in sala incontrai Claudio”, ha ricostruito la Rettore. “Mi disse: “Ahò, ma che vieni a fa, i cori?”, o una cosa simile. Mi infuriai e dissi a me stessa: “Con questo qui mai, manco una cena”.
Un’antipatia infondata, ma a quanto pare reciproca, spiega il marito Claudio: “All’inizio c’era tanta antipatia ma c’era anche qualcosa. Così ci ha pensato la fortuna a farci incontrare di nuovo, mesi dopo, a Taranto. Allora le ho parlato. Quando sono tornato a Roma mi sono reso conto che m’ero preso una bella imbarcata”, ha raccontato Claudio Rego. La Rettore, naturalmente, si è ben presto ricreduta sul conto del suo corteggiatore, nel momento in cui le ha dato delle dimostrazioni concrete.
Donatella Rettore e la storia d’amore col marito Claudio Reggo: “Ecco come ho capito che era quello giusto”
“La verità è che una volta questo povero cristiano ha rischiato la vita per me”, ha spiegato Donatella Rettore nella medesima intervista rilasciata al Corriere a proposito della storia d’amore con suo marito. La cantante racconta che si trovava a Foggia, mentre lui era impegnato nel servizio militare. Ciononostante il chiodo fisso di Claudio, era rivederla: “Io ero a Foggia, mi pare, per delle date, lui stava facendo il servizio militare. Si fece dare tre giorni di licenza, prese un treno e un treno dell’epoca, perché mica c’era l’alta velocità. Dopo ore di convoglio arrivò e scoprì che doveva farsi alcuni chilometri a piedi, perché i collegamenti con il posto dove stavo io erano rari. In campagna. Con dei cani randagi che a momenti lo sbranavano. Ho capito allora che era quello giusto“, ha spiegato.