Claudio Sterpin, il noto amico di Liliana Resinovich, è stato intervistato stamane dal programma di Canale 5, Mattino5. “Non può essere suicidio? Lo dico fin da subito – spiega in diretta tv sul quinto canale – non era da lei scomparire così, avrebbe quanto meno fatto una telefonata per dirmi ad esempio che avrebbe fatto in ritardo, non era in condizioni di poter usare il telefono dalle nove e pochi minuti in poi”. Sul rapporto fra Liliana Resinovich e il marito, descritto da quest’ultimo come un quadro idilliaco: “Forse era stato così ma può essere che le cose fossero finite da tempo, negli ultimi mesi non era così da quanto so io, se uno pensa di lasciare il marito… lei era convintissima di venire ad abitare con me”.
E ancora: “Chi poteva avere interesse al che liliana potesse perdere la vita? Anche se lo sapessi non lo direi, ma è compito esclusivamente della magistratura, ed è per questo che io ho tentato di comparire meno possibile e l’ho fatto solo quando ero “preso per la gola”. E importante sentire la verità soprattutto per la magistratura e non per i 20/30 mln di italiani che seguono questi programmi”. Sul boschetto fuori Trieste dove hanno trovato Liliana Resinovich: “Io non l’ho indicato il boschetto agli inquirenti, ho detto i posti che frequentava Liliana con il marito. A Trieste ce ne sono diversi, almeno tre che io ho ricordato. quella mattina il prefetto di Trieste aveva dato mandato di fare ricerche in quel boschetto, io due ore dopo l’ho detto. Il boschetto non è isolato, è frequentatissimo. Lei è stata portata lì ma anche poco prima di essere rinvenuta secondo me”.
CLAUDIO STERPIN: “NON SO PERCHE’ SUO MARITO NON SI SIA ALLARMATO”
Federica Panicucci chiede quindi a Claudio Sterpin come mai il marito della vittima non si sia allarmato subito dopo la sparizione della moglie: “Non so perchè suo marito non si sia allarmato, mi rifiuto di rispondere, ognuno di noi la pensa come crede. Mi provoca indifferenza, ecco perchè non è giusto interferire con le ricerche di polizia e magistratura, si commenta da se, non serve il mio commento. Io alle 10 sono entrato in fibrillazione (due ore dopo la sparizione ndr). Il giorno dopo sono andato in Slovenia dalla cugina. La mattina del 15 dicembre alle ore 9:00 ero in questura a raccontare tutte le mie versioni, ho raccontato tutto e sono rimasto lì quattro ore”. Sulle indiscrezioni secondo cui Claudio Sterpin starebbe scrivendo un memoriale su Liliana Resinovich: “Lo escludo nella maniera più assoluta”.
Sulla possibilità che vi sia un quarto uomo visto che il dna ha escluso il marito, Claudio e il vicino di casa Salvo: “Noi siamo stati esclusi semplicemente dall’aver toccato quel cordino, che non vuol dire nulla. Il cordino non è servito a nulla, ma solo a depistare, a fare una scena di un suicidio mancato”. Ancora su Sebastiano: “E’ sicuro che si sia tolta la vita? Bisogna allora capire quando e dove. Nel boschetto non può essere rimasta 22 giorni senza che nessuno la vedesse prima. Lei è stata posata lì da qualcuno, probabilmente non solo da una persona. Io son sicuro che lei non fosse lì da più di un giorno o due. Il loro matrimonio secondo me era finito da mesi se non di più. L’accordo fra noi due era che fra il 16 e il 18 dicembre lei gli avrebbe detto del nostro weekend, magari le è scappata qualcosa prima. Io volevo confrontarmi con Sebastiano ma lei non me l’ha lasciato fare. Poi lei mi aveva detto che male che andava si sarebbe presa due cose e se ne sarebbe andata per poi tornare a prendere il resto. Volevamo andare ad Umago, nell’Istria. Voglio sperare – ha proseguito – fino in fondo che la magistratura abbia in mano qualche elemento che non voglia dire e che possa essere determinante. Il marito dice che non hanno mai litigato ma invece anche la mattina della sparizione hanno litigato. Io sono convinto vi sia un assassino in libertà. Secondo me lei non è uscita senza fede e senza telefonini”.