Le clausole di non concorrenza saranno eliminate dai contratti dei lavoratori? La proposta è giunta dalla Federal Trade Commission degli Stati Uniti d’America, che ha suggerito una norma per vietare ai datori di lavoro di imporre tali clausole, in quanto “sopprimono la retribuzione, impedisce la formazione di nuove società e aumenta i prezzi al consumo”.
Il divieto della FTC renderebbe illegale per le aziende “stipulare contratti di non concorrenza con i dipendenti o continuare a mantenere tali contratti se già esistenti” e richiederebbe che le aziende con clausole di non concorrenza attive “informino i lavoratori che sono nulle. Tali accordi impediscono ai lavoratori di ottenere posti di lavoro presso un concorrente di un datore di lavoro attuale o precedente per un periodo definito”. Tuttavia, si legge nella nota FTC, vietare i contratti di non concorrenza aprirebbe nuove opportunità di lavoro per 30 milioni di americani e aumenterebbe i salari di 300 miliardi di dollari all’anno.
CLAUSOLE NON CONCORRENZA ELIMINATE DAI CONTRATTI DI LAVORO? LA PROPOSTA DELL’ANTITRUST AMERICANA
Come riferito dall’agenzia giornalistica AGI, un sondaggio di nove anni fa ha rilevato che circa il 20 per cento dei lavoratori negli USA è vincolato a clausole di non concorrenza in una varietà di lavori, dai parrucchieri agli ingegneri del software, agli infermieri e che “questi contratti hanno costretto i lavoratori ad assumersi un sacco di debiti durante lunghe ricerche di lavoro”.
Il presidente della Ftc, Lina Khan, nominata proprio da Biden, ha promesso di “utilizzare tutti gli strumenti nella nostra cassetta degli attrezzi per frenare il comportamento anticoncorrenziale delle aziende. La norma viene proposta a causa di una serie di prove economiche, che ora mostrano i modi in cui le clausole di non concorrenza minano la concorrenza”. Le clausole di non concorrenza, ha evidenziato Khan, stanno sostanzialmente rinchiudendo i lavoratori, il che significa che “non sono in grado di eguagliare i lavori migliori per loro. Se questa regola dovesse essere finalizzata ed entrare in vigore, costringerebbe i datori di lavoro a competere più vigorosamente sui lavoratori in modi che dovrebbero portare a salari più alti e migliori condizioni di lavoro, iniettando sostanzialmente concorrenza nel mercato del lavoro”.