Clea Newman, ultima figlia del celebre attore e regista Paul, ha rilasciato un’intervista per Le Figaro, ricordando suo padre e il loro rapporto in occasione della pubblicazione di un libro di memorie postume raccolte dal padre e pubblicate dagli eredi. “Per lui”, racconta la figlia parlando delle memorie, “era come una terapia mettere tutto nero su bianco. Gli permetteva di imparare e di andare avanti”.



Andando avanti nell’intervista, Clea Newman ha parlato con serenità i bei momenti trascorsi con suo padre Paul quando era piccola, ricordando quando “durante l’estate e le vacanze” portava tutta la famiglia sui set cinematografici, oppure quando la portava alle corse in auto, “un’occasione per unirmi a lui nei fine settimana”. Complessivamente, pur riconoscendo che quando era fuori per lavoro “mi mancava”, Clea Newman parla di suo padre Paul come di una persona “divertente e [che] cercava di essere presente nel miglior modo possibile“, e sottolinea come sia stata una fortuna “essere l’ultima e vedere i miei genitori invecchiare. Erano più pronti a fare i genitori”.



Clea Newman: “Papà Paul ha avuto un’infanzia difficile”

Passando, invece, a ricordare l’infanzia e la vita di suo padre Paul, Clea Newman racconta che “ha avuto un padre molto distante e sprezzante, non aveva un modello di riferimento. Ha fatto quello che tutti dovevano fare: sposarsi e avere figli, senza pensare se fosse il momento giusto e se si volesse averli”. Ricorda, inoltre, che “è sempre stato duro con se stesso. C’era un lato di lui che si giudicava costantemente“, forse anche questo collegato alla sua infanzia difficile.

Per Paul Newman, però, racconta la figlia Clea, è stata una vera e propria svolta “decidere di intraprendere questo libro di memorie. Ha imparato molto su se stesso e su ciò che la gente pensava di lui, sia in positivo che in negativo. Dopo quei cinque anni, è diventato una versione migliore di se stesso e il padre che tutti sognavano di avere”. Insomma, per Clea è importante sottolineare che Paul Newman e sua madre, Joanne Woodward, “sono stati dei grandi modelli. La loro passione per le cose importanti è stata fondamentale. Parlavamo spesso di quanto fossimo fortunati e di quanto fosse importante dare qualcosa agli altri”.