Il Coronavirus si sta adattando all’uomo. E’ questa la tesi emersa dalla trasmissione Petrolio, in onda su Rai Due, dove è intervenuto Massimo Clementi. Direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia presso il San Raffaele di Milano, il medico era ospite per rispondere alle domande di Duilio Gianmaria circa la Fase 3 della pandemia. Al momento i pareri sono ancora discordanti: l’Istituto Superiore di Sanità per esempio ha lanciato il suo personale allarme intimando agli italiani di stare molto attenti, perché si starebbe registrando la presenza di nuovi focolai a segnalare un’emergenza non ancora conclusa. Dallo stesso San Raffaele invece è stato molto citato lo studio proposto dal professor Alberto Zangrillo – il direttore del reparto di terapia intensiva – che, come ormai sappiamo, ha parlato di Coronavirus clinicamente inesistente. Anche lui comunque aveva detto come la prudenza della popolazione dovesse essere decisiva per trascorrere un’estate tranquilla.
CLEMENTI “CORONAVIRUS MENO AGGRESSIVO”
Ora, Clementi ha di fatto riproposto questa tesi, affermando che il Coronavirus “si sta adattando all’uomo”. Cosa significa? Che questo virus che ha colpito il mondo, costringendoci ad un lockdown totale e a girare con mascherine e guanti – e per di più il meno possibile – sta diventando meno aggressivo. “Sta evolvendo in modo positivo” ha affermato il professor Clementi, che poi ha affrontato il tema non secondario della speranza che bisogna dare alla gente. Da questo punto di vista, il medico del San Raffaele ha detto chiaro e tondo che gli italiani hanno fatto tanti sacrifici per affrontare il Coronavirus, e continuano a farli; di conseguenza è giusto dire loro le cose come stanno. Nessuna irresponsabilità nell’affrontare l’argomento (che rimane delicato, come giusto che sia) solo il realismo e l’oggettività nel guardare e analizzare dati che, oggi, ci dicono come effettivamente il Covid-19 sembrerebbe recedere. Ci sarà una seconda ondata? Bisognerà osservare la curva dei contagi dopo le riaperture tra le regioni, per il momento potremmo avere un po’ di cauto ottimismo.