La comunità scientifica è divisa sulla vaccinazione eterologa, cioè il mix tra la prima dose con vaccino AstraZeneca e il richiamo con Pfizer o Moderna. Lo stesso Marco Cavaleri, responsabile della strategia vaccinale dell’Agenzia europea del farmaco (Ema), oggi ha spiegato che ci sono “dati limitati”, i quali comunque mostrano che “la risposta immunitaria è soddisfacente e non emergono problemi per quanto riguarda la sicurezza”. Perplesso è Massimo Clementi, professore e direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. “Ci deve essere un sostegno dei dati: qui sono pochi, raffazzonati, trovati all’ultimo momento per giustificare una reazione emotiva”, dichiara al Fatto Quotidiano. Da giorni sta criticando questa scelta anche su Facebook, definendola una “schifezza” e spiegando che non è serio “trasformare i vaccinandi in soggetti che sperimentano”. Clementi non vuole far polemica, ma ritiene che si debba “queste decisioni vanno più incontro all’emotività del momento che alla razionalità scientifica”. Gli studi sul mix di vaccini sono 5, ma solo quello inglese è stato pubblicato su una rivista che prevede la revisione.



Per Clementi c’è poi una contraddizione di fondo sul caso AstraZeneca. “Se si fosse ritenuto davvero importante vaccinare i giovani, e secondo me lo è tanto importante quanto vaccinare i fragili e gli anziani, non si capisce perché lo abbiano fatto con Astrazeneca destinato alla fascia più anziana della popolazione”.



CLEMENTI “MIX VACCINI? REGOLE STRAVOLTE”

Per il professor Massimo Clementi gli Open Day con AstraZeneca sono stati frutto probabilmente della scelta di “smaltire” le dosi accumulate. Dunque, è contrario su tutta la linea alla vaccinazione eterologa. “Non ci sono i numeri, non ci sono le validazioni cliniche, non ci sono dossier che hanno portato a validare la vaccinazione eterologa versus quella omologa facendo vedere che è più efficace, è meno rischiosa”, dice al Fatto Quotidiano. Per Clementi la scelta potrebbe comunque essere giusta, infatti non contesta la sostanza della decisione, “ma il fatto che c’è un percorso regolatorio per i farmaci. Adesso si è stravolta questa regola”. Quindi, si chiede chi risponderà di questa scelta. “Quando vedo che si fanno scelte, anche a fin di bene, che non tengono conto della evidenza scientifica allora dico che non va bene”, spiega al giornale diretto da Marco Travaglio. Clementi non si sente solo in questa battaglia: cita ad esempio il biologo Enrico Bucci e il capo del programma di vaccinazione in Israele. Ma c’è pure Luca Pani. “Questo mix non è certificato da nessun ente. Se lo dicesse l’Ema lo sosterrei, ma così non va bene”.

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