Il click day non si farà ma è ancora poco chiaro quale sarà la modalità di accesso per tutti i lavoratori autonomi P.Iva agli aiuti di Stato garantiti dal Decreto “Cura Italia”: dopo il clamoroso dietrofront fatto ieri sera dall’Inps sull’ipotesi di bonus da 600 euro con metodo “lotteria”, si attendono direttive nuove dell’Istituto per capire quello che ieri sera Tridico annunciava «domanda aperta sul sito e risorse non in esaurimento”. «Le risorse stanziate dal Governo sono sufficienti a coprire l’intera platea dei beneficiari. Già da ieri insieme all’Inps stiamo lavorando per mettere a sistema, nel più breve tempo possibile, tutte le procedure necessarie per velocizzare l’iter di presentazione delle domande ed erogare gli aiuti previsti dal provvedimento, compresi gli ammortizzatori sociali» ha poi rassicurato il Ministro del Lavoro Nunzia Catalfo parlando ai tanti ieri saltati sul piede di guerra e bocciando definitivamente l’ipotesi di click day. In attesa della pubblicazione dell’Inps, l’istituto ha spiegato ancora stamattina che in breve diverranno tutti operativi gli aiuti di Stato garantiti dal Decreto: «Le procedure per la Cassa integrazione, sia quella ordinaria che la deroga, sono consolidate e ulteriormente semplificante. Quanto ai congedi per la gestione separata, gli autonomi, e i cinque indennizzi per professionisti e co.co.co, lavoratori autonomi, turismo, agricoli e spettacolo, saranno operativi nei prossimi giorni, mentre le procedure e la domanda per il bonus babysitter sono in fase di avvio».
INPS “NIENTE CLICK DAY, MA DOMANDA APERTA SUL SITO”
Non ci sarà alcun click day ma l’Inps nei prossimi giorni darà attuazione di tutte le misure del Decreto “Cura Italia”: dai bonus di 600 euro per le Partite Iva fino agli altri aiuti contro il coronavirus, l’Istituto guidato da Pasquale Tridico fa marcia indietro dopo la bufera scatenata nei lavorati autonomi con l’ipotesi azzardata di una “corsa al primo posto libero” di ieri sera. «L’Istituto si trova a gestire 10 miliardi di euro, in poche settimane, per circa 11 milioni di utenti tra cassa integrazione e gli altri strumenti di sostegno al reddito. Uno sforzo più grosso di quello che lo scorso anno ci ha visti impegnati sul Reddito di Cittadinanza e Quota 100, sia in termini di risorse economiche che in termini di utenti», comincia la nota Inps in serata per spiegare le voci discordanti uscite nelle ultime ore. «Non c’è nessun click day inteso come finestra dentro la quale si possono fare domande di prestazioni. Avremo domande aperte a tutti, e un giorno di inizio, con un click. Purtroppo, c’è stato un grande fraintendimento su questa formula. La spiegheremo meglio a tutti i nostri utenti» si giustifica l’Inps dopo essere stata attaccata praticamente tutto il giorno da ogni associazione di categoria. «Purtroppo c’è stato un grande fraintendimento. Non ci sarà nessun click day. Avremo per tutti domande aperte sul nostro sito e queste domande non dovranno essere inviate in un solo giorno», ha poi spiegato il n.1 Inps Tridico raggiunto dall’Huffington Post, ribadendo che non vi sarà una scadenza bensì «un periodo di riferimento che è quello dell’emergenza». La conferma arriva poi in serata con l’intervento della Ministra del Lavoro Nunzia Catalfo, «Non ci sarà nessun click day, forniremo a breve la data a partire dalla quale tutti i cittadini che ne hanno diritto potranno iniziare a fare richiesta per ricevere gli indennizzi».
GOVERNO VS INPS, “NESSUN CLICK DAY”
Il Governo fa marcia indietro urgente e a suo modo “clamorosa” dopo la proposta dell’Inps sul click day per gli autonomi: «Non mi sembra un criterio che sta in piedi, non possiamo fare a chi prima arriva meglio alloggia», spiega il sottosegretario all’Economia in quota Pd, Pierpaolo Baretta, molto duro con l’idea lanciata dal grillino Tridico in merito al bonus per le Partite Iva. «E’ una comunicazione fatta dall’Inps, non una decisione del governo, i ministeri del Lavoro e dell’Economia stanno ancora valutando», spiega ancora Baretta in una nota, sottolineando come l’ipotesi più plausibile – qualora dovessero esaurirsi le risorse stanziate dal Decreto “Cura Italia” per gli autonomi – al momento resta il “rabbocco” finanziario, «nel caso saranno reintegrate». A differenza di cassa integrazione e congedo parentale che possono già essere richiesti (anche se in realtà mancano ancora i moduli esatti sul portale Inps e Mef, ndr) il fondo per i lavoratori autonomi non appartenenti a ordini specifici (dunque non avvocati, giornalisti, notai ecc.) bisogna attendere le complete modalità operative. Come ha spiegato ieri sera il Ministro Gualtieri, l’indennizzo da 600 euro non è tassabile e non è “una tantum” dunque «potrebbe essere rifinanziato per aprile».
INPS LANCIA IPOTESI CLICK DAY: IN COSA CONSISTE
La premessa è che l’emergenza coronavirus, investendo ogni settore economico e sociale del nostro Paese (e non solo, purtroppo), costringe il Governo di qualsiasi colore esso sia a misure rapide, emergenziali e per forza di cose “migliorabili”. Quando però si osserva l’ipotesi lanciata dall’Inps per far arrivare i 600 euro di bonus previsti dal Decreto “Cura Italia” a tutti i lavoratori autonomi con Partita Iva, ecco che allora tenere i nervi saldi per quella categoria di cittadini diventa molto difficile: l’ipotesi è il “click day”, ovvero l’invio telematico delle domande in un giorno con ora prefissati (esattamente come avviene per la vendita dei biglietti di concerti e partite di calcio) che come ovvio che sia scatenerebbe una corsa a chi prima arriva al bonus. «Per chiedere l’indennizzo destinato ai lavoratori autonomi colpiti dall’emergenza Coronavirus previsto dal decreto “Cura Italia” si sta ragionando su un “click day”», spiega in serata di ieri con un comunicato il n.1 dell’Inps, sottolineando come la modalità sarà poi indicata nello specifico con una circolare dovrebbe uscire tra oggi e domani sul portale dell’Istituto. Addirittura, spiega il Sole 24 ore, il “click day” potrebbe essere fissato per la prossima settimana con i pagamenti che arriverebbero dalla prima settimana di aprile. Il click day si renderebbe necessario perchè oltre il limite delle risorse fissate ovvero 2,16 miliardi, non potranno essere accettate nuove domande: «Sarà necessario il Pin Inps. La procedura per il pagamento» ha spiegato Tridico «sarà semplificata con un controllo “soglia” sulla base di quello fatto per il reddito di cittadinanza. I tempi quindi potrebbero essere stretti con i primi accrediti già ad aprile».
CLICK DAY PER BONUS AUTONOMI: IRA DELLE ASSOCIAZIONI
La lista di associazioni di consumatori e categorie che si sono ribellate all’ipotesi avanza dal Presidente Inps Pasquale Tridico di click day è chilometrica, per usare un eufemismo: da Confcommercio alle varie associazioni di consumatori nazionali e locali. «Rischia di lasciare fuori chi dovesse arrivare tardi, dopo che le risorse sono esaurite». è solo uno dei primi commenti tra l’altro fra i più contenuti nella polemica. «Siamo consapevoli della complessità del decreto varato e delle cifre sicuramente importanti che sono state stanziate, ma scegliendo questa modalità di erogazione in questo momento di emergenza, non si sostiene l’intera categoria bensì si crea una “competizione” tra i singoli lavoratori che dovranno letteralmente fare a gara per accaparrarsi un contributo di loro diritto, che continuiamo a ritenere comunque non adeguato. Tridico dichiara inoltre che il limite delle risorse fissate dal decreto è di 2,16 miliardi di euro per una platea di 4,8 milioni circa di lavoratori interessati. Facendo banalmente due conti, ci si accorge facilmente di come questo importo sia di molto inferiore rispetto alla reale esigenza del Paese», attacca Renzo Leonori, presidente della Confartigianato di Macerata, Ascoli e Fermo. La Cgia delle Marche si unisce all’attacco avanzato dalle sigle nazionali, con il click day che non solo non piace ma viene visto come una sorta di “insulto” alla categoria degli autonomi: «come si può pensare di gestire centinaia di domande contemporaneamente in una situazione emergenziale come questa? Spiace constatare ancora una volta come partite iva e autonomi siano consideranti una categoria di secondo livello rispetto a tutte le altre e come ogni volta per accedere a ciò che gli spetta di diritto siamo necessarie guerre sfinenti. Questo indennizzo deve essere assicurato a tutti, nessuno escluso e speriamo vivamente che ci sia un repentino cambio di rotta!», conclude Leonori.