Sei giovanissimi portoghesi hanno fatto causa a trentadue Stati europei per non avere rispettato gli impegni sul clima presi con l’accordo di Parigi nel 2015. I Paesi chiamati a difendersi sono i ventisette dell’Ue, tra cui anche l’Italia, più la Norvegia, la Svizzera, la Gran Bretagna, la Turchia e la Russia, quest’ultima a differenza degli altri però non si è presentata davanti ai giudici. In queste ore è infatti cominciato il maxi processo a Strasburgo, dove in aula erano presenti proprio gli ambientalisti minorenni e le controparti.



I Governi hanno chiamato a rapporto i loro migliori rappresentanti, anche perché alla base della causa ci sono motivazioni non di poco conto. “Sono sconcertato dalle risposte dei difensori degli Stati. Hanno cercato di minimizzare i fatti, ignorando le prove”, ha commentato ad Avvenire il quindicenne André Oliveir, uno dei promotori dell’azione legale avanzata nel 2017. “Restiamo comunque ottimisti: la Corte finora si è mostrata disponibile. E siamo convinti che abbia ben chiara l’urgenza della questione”, ha aggiunto.



Clima, 6 giovani portoghesi fanno causa a 32 Stati europei: l’azione legale

La più piccola dei sei giovanissimi portoghesi che hanno fatto causa a trentadue Stati europei per il clima è Mariana Agostinho, che ha solo 11 anni. La più grande, invece, è sua sorella Claudia, che ne ha 24. Ad accomunarli c’è la rabbia nei confronti di Governi che non rispettano l’ambiente. Tutto è cominciato infatti quando una serie di incendi anomali ha ucciso un centinaio di persone e devastato la regione di Leiria, dove vivono. “La morte di tutte quelle persone, le fiamme, il fumo sono stati un incubo. Non potevamo dimenticare, soffrivamo d’ansia, insonnia, stress”, ha ricordato la ventitreenne Catarina Mota.



È così che hanno lanciato una campagna di crowfunding per finanziare l’azione legale, che ha riscosso ampio successo. In poco tempo sono stati raccolti 100 mila euro. Non è dato sapere quanto tempo passerà prima di una sentenza né tanto meno se essa sarà favorevole, ma avere acceso i riflettori sulla questione, coinvolgendo una ampia platea di persone di tutto il mondo, è per il gruppo un importante traguardo.