Sta crescendo progressivamente un clima anti-Lombardia in Italia? E’ la preoccupazione del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che nel suo discorso del 2 giugno si è appellato all’unità morale degli italiani “responsabili l’uno dell’altro, una generazione con l’altra, un territorio con l’altro, un ambiente sociale con l’altro e chiamati a ritrovarsi tutti parte di una stessa storia“. Parole non rivolte a caso, visto che in un Paese storicamente abituato a vivere il dualismo tra Nord e Sud a sfavore del meridione, il covid-19 ha ribaltato i fattori. In molti si sono lamentati delle problematiche legate alla riapertura della Lombardia, regione dove anche nella giornata di lunedì 8 giugno si sono concentrati il 70% dei nuovi casi di contagio da coronavirus. Mattarella ha voluto mettere subito le cose in chiaro: “Non vincerà da solo un territorio contro un altro, non prevarrà un’istituzione a scapito di un’altra, ma solo la Repubblica nella sua unità” ma al momento la diffidenza nei confronti della Lombardia appare piuttosto diffusa.



DE BORTOLI: “INVIDIA SOCIALE INACCETTABILE”

L’ha affermato anche Ferruccio De Bortoli che, intervistato dall’Huffington Post, ha messo in luce come lo spirito anti-Lombardo possa essere un fronte caldo per il Paese negli ultimi anni. “Il razzismo al contrario, cioè l’idea che ora i cittadini italiani discriminati siano quelli del Nord, mentre prima erano quelli del Sud, è un concetto che trovo esagerato. Io credo che si tratti più precisamente di un pregiudizio radicato, che ha moventi sociali, politici, economici,” ha sottolineato De Bortoli, che va dritto al cuore del problema pur senza assolvere in toto l’amministrazione regionale lombarda: “Anche la Lombardia ha commesso degli errori. Soprattutto, di comunicazione. La Giunta farebbe bene a riconoscerli e spiegare perché li ha commessi. Io però – da lombardo – mi faccio anche un’altra domanda. Mi chiedo: ‘Perché siamo diventati antipatici?’” La risposta secondo De Bortoli è radicata nel concetto di invidia sociale: “Un conto è capire cosa non ha funzionato. Un altro conto è alimentare processi sommari. Che sono inaccettabili. Le posizioni sbrigative e sprezzanti contro Milano e la Lombardia nascondono un’invidia sociale nei confronti di chi è stato sempre ritenuto migliore.

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