L’INVIATO DEL GOVERNO SUL CLIMA: “IL CAMBIAMENTO C’È MA NON È LA FINE DEL MONDO”

Si chiama Francesco Corvaro, è un professore di Fisica tecnica industriale e ha collaborato con l’ex commissario della ricostruzione del terremoto Giovanni Legnini (Pd): il Governo Meloni lo ha appena nominato inviato speciale per il clima del Ministero degli Esteri, per scelta specifica dei Ministri Antonio Tajani e Gilberto Pichetto Fratin (Ambiente). Corvaro ha oggi rilasciato ben due interviste – a “La Verità” e “La Repubblica” – per provare a spiegare. La sua visione sul tema per cui il mondo intero si sta dividendo ormai da anni, il cambiamento climatico.



Se “Rep” prova a mettere in vista la contraddizione di una nomina “pro-cambiamento climatico” da un Governo non tutto concorde con le tesi ambientaliste, il quotidiano di Belpietro si concentra sulle forti critiche che il professore riserva alle derive in Europa troppo esposte pro-elettrico e case green. Ma Corvaro resta lo stesso e in lui consistono entrambe le istanze: «non tutti credono al cambiamento climatico? In diverse occasioni mi sono trovato all’interno di assemblee in cui c’erano persone che la pensavano diversamente da me». Corvaro prende il posto dell’ambasciatore Alessandro Modiano, nominato in quel ruolo dal Governo Draghi: «Le emissioni che stiamo producendo non sono previste dal sistema natura, ma oggi abbiamo tecnologia sufficiente per metterci un freno, prima possibile. Più avanti potremo azzerarle. Vale per noi e per gli uomini di domani. Nessuno dà fuoco alla propria casa, non lo farà certo questa generazione», spiega a “La Repubblica”. Allo stesso tempo a “La Verità” il nuovo inviato per il clima della Farnesina non si concentra sulla retorica “catastrofista” che va per la maggiore ultimamente, non parla infatti di “negazionisti” da convincere: «assodato che l’attuale situazione dipenda in parte dalle attività antropiche, non penso che si debba fare i catastrofisti». Per Corvaro occorre intervenire subito ma senza fare drammi da fine del mondo: «Abbiamo tutte le tecnologie per ridurre l’impatto dell’uomo sulla natura, non soltanto per ciò che riguarda le emissioni».



NUCLEARE, ELETTRICO E CASE GREEN: IL “PROGRAMMA” DI FRANCESCO CORVARO SUL CLIMA

Secondo il prof. Corvaro, l’uomo ha il compito-dovere di creare un ambiente sano ma per il semplice motivo che «serve all’uomo, non alla natura. Il pianeta comunque sopravviverà, ma sta a noi trovare un punto di equilibrio che ci permetta di vivere nei luoghi in cui stiamo ora, senza migrare o altro». L’inviato del Governo per il clima, che parteciperà a tutti i tavoli internazionali sul tema da qui ai prossimi anni, non è affatto un “negazionista” ma compie un ragionamento piuttosto controcorrente visto l’andazzo: «è troppo facile sviluppare estremismi, dal negazionismo all’ambientalismo più spinto, mi passi il termine. Io tendo sempre a partire dalla realtà, e a fare distinzioni. Ad esempio dobbiamo saper distinguere il meteo dal clima… Scientificamente parlando mi sembra innegabile che l’uomo abbia un impatto sulla natura».



L’obiettivo che dovrebbero perseguire le nazioni non è quello di intraprendere battaglie ideologiche ultra-green, ma serve “semplicemente” «salvare il pianeta per salvare l’uomo». Ringraziando la scelta fatta dai Ministri Pichetto Fratin e Tajani, di cui condivide la linea pragmatica sul tema ambientale, il professor Corvaro risponde a tono agli attivisti di Ultima Generazione: «Il mondo non finirà, almeno per le ragioni di cui abbiamo discusso finora, poi se per caso qualcuno ha un filo diretto con il padre eterno… Io non ce l’ho». L’inviato per il clima in Italia a “La Verità” sottolinea non solo che occorre utilizzare ancora l’energia nucleare ma che non si debba per forza finire domani l’utilizzo del fossile (petrolio, carbone etc.) anche perché la transizione ecologica deve essere svolta senza lasciare indietro nessuno: «bisogna essere realisti. L’elettrico è una delle strade, e dobbiamo renderci conto che su questo versante noi – intendo noi italiani – soffriamo molto. Abbiamo difficoltà di produzione ma soprattutto di distribuzione. Ecco perché a spingere troppo sulla transizione rischiamo davvero di lasciare indietro della gente».

Ad oggi la tecnologia non riesce a supportare una transizione tutta spostata sull’elettrico e dunque serve ideare e innovare, come fatto con l’iPhone: «all’inizio costava molto eppure alla lunga ha funzionato e il costo si è abbassato. La transizione poi avviene da sola». Serve soprattutto fare attenzione a non compiere errori madornali come durante la pandemia Covid: secondo Corvaro è vero che in quegli anni le emissioni anti-clima sono diminuite, ma perché «praticamente non abbiamo più vissuto. E questo non è accettabile, non può andare così». Indirettamente è una critica all’Europa che punta tutto con il Green New Deal di Von der Leyen e Timmermans ad una transizione completamente orientata sulle tesi del cambiamento climatico, a cominciare dalle case green: «Per le case bisognerà davvero pensare a forti misure di sostegno per chi non potrà adattarsi, è per questo che si dovrebbe ragionare bene su questo tipo di norme, perché il rischio di danneggiare la popolazione esiste eccome. Un po’ come avviene con le auto. Quello di avere solo auto elettriche nel 2035 è un bel sogno, ma prima ci sono tanti problemi da risolvere», conclude a “La Verità” il professor Corvaro.