Un’ondata di caldo ha invaso l’Italia tra la fine di giugno e i primi di luglio e tutti i media hanno suonato lo stesso “spartito”: oddio il riscaldamento globale, dobbiamo prendere misure urgenti, siamo sull’orlo del disastro, non c’è più tempo.
Ma non è così. Come ampiamente spiegato da illustri scienziati, quelli che non vengono intervistati mentre tutti i media si genuflettono a Greta Thunberg, il clima da sempre, per fortuna, cambia: tanto è vero che nel XVII secolo faceva molto freddo, ma nel Medioevo faceva caldo, però qualche secolo prima faceva freddo e Duemila anni fa, quando Annibale passò le Alpi con gli elefanti, faceva più caldo di oggi. Da cosa dipendeva quel riscaldamento? Dai motori diesel?
Lo ha ripetuto di recente Franco Prodi, eminente scienziato del settore noto a livello internazionale: “Il riscaldamento globale che stiamo vivendo è un fatto naturale e fa parte di cicli naturali. Una componente antropica nei cambiamenti climatici c’è ma non è al momento quantificabile con serietà scientifica”.
Eppure sui siti specializzati in materia si parla chiaro: “Come è nata la religione del riscaldamento globale antropico: non è vero che il 97% degli scienziati è d’accordo”. L’attuale fase di riscaldamento dipende in gran parte dall’attività solare e l’impatto sul clima di otto miliardi di persone è ancora trascurabile, questo dicono gli scienziati. Quindi impostare delle politiche, tra l’altro distruttive economicamente, per poter frenare il riscaldamento climatico è semplicemente ridicolo, è come pensare di fermare il moto ondoso perché distrugge le coste, incolpando non solo i bagnanti, ma pure chi respira, perché così fa vento e muove le onde del mare.
Ma come una terra senza l’opera benefica del vento non potrebbe esistere, allo stesso modo una terra senza la vituperata CO2 non potrebbe esistere, perché altrimenti morirebbe tutta la vegetazione.
La menzogna sul clima è palese perché tutti straparlano del caldo, dell’incidente sulla Marmolada, dei ghiacciai italiani che si sciolgono, ma nessuno vi dice che in questo giugno torrido per l’Italia in altre parti del mondo succedono cose diverse, di segno opposto. Per esempio, in Groenlandia, che ha una superficie pari a circa sette volte l’Italia, il freddo eccezionale ha portato ad una crescita della massa di ghiaccio durante il mese di giugno, un mese nel quale tipicamente la massa di ghiaccio diminuisce, fino a circa settembre, quando riprende a salire fino al successivo mese di maggio. Il dato è reso evidente dal grafico qui sotto.
(fonte polarportal.dk)
Come si vede chiaramente dalla linea blu, solo dall’inizio di luglio la massa di ghiaccio ha iniziato a diminuire.
Ma la menzogna sul clima fa parte della menzogna globale che poi investe anche l’economia e le conseguenti scelte politiche. Così, per fronteggiare l’emergenza ambientale i Governi di tutto il mondo comprese le istituzioni europee danno incentivi per la costruzione e l’acquisto di auto elettriche. Poi improvvisamente saltano fuori notizie che mostrano tutta la cecità ideologica di certe scelte politiche. Notizie come questa: “Ionity porta il prezzo della ricarica ultra veloce a 0,79 euro/kWh. Per 100 km servono 20 euro. Con le nuove tariffe della rete europea da 350 kW, guidare una elettrica costa come avere una sportiva da 8 km con un litro”.
La notizia è del 2020 e la situazione oggi è cambiata, ma non in meglio per noi consumatori. Si dirà: “Ma è colpa dell’inflazione”. E di chi è la colpa dell’inflazione? Non è forse il frutto di determinate scelte politiche? Non è forse colpa della scelta politica di mandare armi all’Ucraina e del conseguente prevedibilissimo taglio del gas russo? E non è colpa della scelta degli ultimi decenni di non recuperare petrolio e gas dal fondo dell’Adriatico, mentre la Croazia lo fa senza tanti problemi? E la penuria di gas e petrolio non è figlia del disastro combinato in Libia, che dura da undici anni, determinato da certe scelte politiche contrarie ai nostri interessi?
E l’inflazione non è frutto della scelta politica di stampare denaro in eccesso per tanti anni? Sì, sono scelte politiche pure queste, perché la “politica monetaria” è vera politica, anche se i Governi di tutto il mondo hanno scelto di lasciarla in mano alle banche centrali, fuori da ogni controllo politico e democratico. Tanto è vero che siamo entrati nell’euro, ma quasi nessuno in Europa ha votato per quello. E laddove hanno fatto il referendum (Olanda e Francia), il progetto è stato bocciato dal voto popolare e i Governi se ne sono fregati (tranne il caso di Danimarca e Svezia, che infatti hanno mantenuto la propria moneta).
Analogamente, il nostro Parlamento non ha votato per l’invio delle armi in Ucraina, eppure è quello che accade. La notizia buona è che non si cambia la realtà per decreto e tutto ciò che di sbagliato è stato fatto e verrà fatto, un domani potrà essere cancellato. E se il popolo italiano ripudia la guerra, prima o poi troverà il modo di affermarlo tramite propri rappresentanti liberamente eletti.
E questo vale per tutta l’Europa, dove i popoli dei vari Paesi pian piano stanno smettendo di avere una fiducia illimitata verso le istituzioni e iniziano a ribellarsi. Come in Olanda, dove gli agricoltori, ridotti alla fame da leggi che vogliono bloccare l’uso di azoto (cioè i fertilizzanti), si stanno ribellando con una protesta continuata, che ha portato (finora) a scaricare tonnellate di liquami davanti alla casa del ministro. O come in Francia, dove i Gillet Gialli si sono dati appuntamento per una protesta il 14 luglio alla Bastiglia.
Intanto sono usciti gli ultimi dati sull’inflazione americana: era attesa un valore di 8,8% in rialzo rispetto al precedente 8,6% e invece è uscito un 9,1% che dimostra l’inutilità dell’azione della Fed e il ritardo colpevole nel riconoscere la non provvisorietà dell’inflazione. Un dato che mette nei guai la Fed e l’Amministrazione Biden in vista del prossimo appuntamento elettorale, ma soprattutto denuncia la gravità della situazione economica. Nel tentativo (vano e inutile) di contenere l’inflazione le banche centrali operano attivamente per far soffrire l’economia, per far soffrire i popoli.
A quanto pare dobbiamo rivivere la storia, quando i poteri non si accorgono di aver superato il limite della pazienza del popolo e quando se ne accorgono è troppo tardi.
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