C’è il serio rischio di un “suicidio collettivo” se l’umanità non dovesse iniziare a contrastare in maniera concreta il cambiamento climatico. Sono queste le parole rilasciate nella giornata di ieri da António Guterres, segretario generale dell’ONU, in occasione di un incontro con i ministri di 40 Paesi riuniti per discutere della crisi climatica e delle conseguenze su miliardi di persone. “Metà dell’umanità – ha spiegato lo storico rappresentante dell’Organizzazione Mondiale delle Nazioni Unite – si trova nella zona di pericolo a causa di inondazioni, siccità, tempeste estreme e incendi. Nessuna nazione è al sicuro. Eppure continuiamo ad alimentare la nostra dipendenza dai combustibili fossili”, aggiungendo che siamo di fronte ad una sola scelta: “Azione collettiva o suicidio collettivo. È tutto nelle nostre mani”.



Parole che giungono mentre in tutto il mondo si stanno verificando dei veri e propri cataclismi fra incendi spaventosi in Europa (in Francia c’è un “mostro” che sta bruciando migliaia di ettari), ma anche Nord Europa, siccità che sta mettendo a rischio i raccolti, e temperature che hanno superato i 40 gradi persino in Gran Bretagna, una nazione che storicamente non soffre il caldo. Eppure il mondo sembra immobile di fronte a questi drastici cambiamenti, e la guerra scoppiata in Ucraina quasi cinque mesi fa non sta facendo altro che allontanare il mondo dagli obiettivi green, facendo riprendere la corsa sfrenata a gas e petrolio, quelli che restano i principali responsabili delle emissioni di CO2 nell’atmosfera.



CLIMA, ALLARME DI GUTERRES: “UNA TRISTE LITANIA”

L’allarme di Guterres era stato già lanciato due mesi fa, in occasione della presentazione dell’ultimo rapporto dell’Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo) sullo stato del clima: “È una triste litania dell’incapacità dell’umanità di affrontare il cambiamento climatico”, aveva detto. E ancora: “L’innalzamento del livello del mare, il calore degli oceani, le concentrazioni di gas serra e l’acidificazione degli oceani hanno stabilito nuovi record allarmanti nel 2021”.

Di nuovo: “I combustibili fossili – aveva detto il segretario generale dell’ONU – sono un vicolo cieco, dal punto di vista ambientale ed economico. La guerra in Ucraina e i suoi effetti immediati sui prezzi dell’energia sono l’ennesimo campanello d’allarme”. L’incontro in corso a Berlino, ricorda Fanpage, è una delle ultime tappe per concludere un accordo fra i vari Paesi prima del vertice delle Nazioni Unite sul clima Cop27, in programma il prossimo novembre in Egitto.