Clima, un nuovo rapporto prodotto da Rhodium Group e pubblicato sul New York Times ha mostrato alcuni dati raccolti per una proiezione sul climate change e anticipato quali potrebbero essere i prossimi scenari nella sfida contro le emissioni. A che punto è il mondo sulla riduzione della Co2? La previsione per il futuro dimostrerebbe che in realtà le emissioni continueranno ad aumentare. Questo a causa dell’industria pesante e quella manufatturiera, chimica, delle acciaierie e del cemento, che una volta raggiunta la transizione energetica sui veicoli e sulla produzione di elettricità continuerà a rimanere la principale fonte di inquinamento del pianeta.
Nel documento inoltre c’è una stima sull’aumento delle temperature, che secondo gli scienziati potrebbe arrivare ad aumentare di 2.8 gradi Celsius, rispetto ai livelli preindustriali, entro il 2100. A livello globale inoltre è previsto che i livelli di gas serra quest’anno saliranno a livelli record. E questo dimostra un fallimento, perchè nonostante gli sforzi dei paesi per ridurre il rischio, sono stati coinvolti solo alcuni settori, mentre altri continueranno ad immettere nell’ambiente particelle nocive.
Clima, le industrie continueranno ad inquinare, report: “Domanda di carbone e petrolio aumenterà”
Dove la battaglia sul climate change sta portando risultati e dove invece fallirà? Secondo il report previsionale della Rhodium Group, si sta facendo bene soprattutto nella diminuzione delle emissioni di Co2 proveniente dalle centrali elettriche a carbone e nei mezzi di trasporto inquinanti. Le nuove politiche sulle rinovabili, sulla decarbonizzazione e sulle auto elettriche infatti produrranno buoni risultati in futuro. Tuttavia questo non basterà a ridurre i gas serra e soprattutto a bloccare il riscaldamento globale. Perchè, secondo quanto mostrato nello studio non sono state ancora trovate soluzioni per il settore trasporti navali e aerei.
E soprattutto perchè non c’è possibilità di poter arrestare il processo che inevitabilmente aumenterà l’inquinamento. Proveniente soprattutto dai paesi emergenti come India, Africa, Brasile, Sud Est Asiatico, tutte zone nelle quali si sta registrando un boom demografico e una crescita industriale, che sta portando deforestazione massiccia per fare spazio a terreni agricoli ed aree produttive. Concludendo, nel documento si afferma che, i paesi potrebbero arrivare ad intraprendere azioni più aggressive nel futuro, ma ciò non basterà ad arrestare la domanda di carbone e petrolio. Che continuerà a salire almeno fino al 2100.