Nonostante le numerosi opposizioni arrivate da varie parti della società – tra le associazioni di categoria, moltissimi cittadini, imprese, industrie e anche politica – l’Italia risulta essere tra i paesi più virtuosi dell’UE dal punto di vista della crisi del clima: a dirlo non sono i ‘soliti’ detrattori del green deal di von der Leyen, ma gli esperti economici della BCE che in questi giorni hanno pubblicato il tradizionale Bollettino economico includendo – per la prima volta – un nuovo parametro ambientale che premierebbe numerosi paesi dell’Eurozona (tra cui, appunto, l’Italia) gettando in ombra le grandissime economie mondiali come States, Cina ed India.



Partendo dal principio prima di arrivare ai dati della Banca centrale sul clima, è importante soffermarci un attimo sul funzionamento del nuovo parametro che vi abbiamo appena citato: chiamato formalmente “Pil corretto per l’inquinamento” prevede una sorta di (figurativo) aggiustamento del dato produttivo tenendo conto dell’impatto causato sull’ambiente; partendo dal principio che riducendo gli inquinanti utilizzati per la produzione, allora si crea inevitabilmente anche valore economico che si deve ripercuotere sul Pil annuale.



Clima: i dati stimati dalla BCE sulla crescita del Pil in relazione all’inquinamento

A livello generale – nella sua rilevazione sul clima – la BCE ci tiene a sottolineare che nel ventennio tra il 1996 e il 2018 “nelle economie europee” l’inquinamento sembra essere “significativamente diminuito” portando ad un aumento medio di circa 0,28 punti percentuali: la crescita maggiore in Europa l’ha incassata la Francia con 0,37 punti in più; seguita – quasi naturalmente – dalla Germania (con un buon +0,33) e al terzo posto dall’Italia che ogni anno dovrebbe aumentare il suo Pil di almeno 0,28 punti percentuali che porterebbe la crescita italiana media ad addirittura 0,95 rispetto allo 0,60 attualmente stimato.



Similmente, altre economie europee hanno ottenuto dati percentuali – sempre sul Pil aggiustato per il clima – inferiori a quelli italiani, come nel caso della Spagna e dell’Olanda che si sono fermate (rispettivamente) a +0,11 e +0,22; così come – volando oltreoceano – gli State secondo la BCE sono cresciuti solo dello 0,17%, ben accompagnate da Cina ed India che sembrano essere le uniche nazioni con correzione in negativo: addirittura il -0,58 per cento (che porta la crescita media a 8,09) e il -0,53 (e in questo caso si parla di una media del 6,28).