Clima e surriscaldamento globale, mentre molti scienziati annunciano catastrofi dovute a cambiamenti radicali a causa della CO2, il professore di chimica del Politecnico di Torino Daniele Mazza, intervistato da Franco Battaglia sul quotidiano La Verità, è pronto ad affermare il contrario. Secondo il chimico infatti, l’alternanza caldo-freddo sarebbe perfettamente normale, e chi dice che nei prossimi 5 anni la situazione peggiorerà vuole solo dare “falsi allarmismi”.



Daniele Mazza si occupa da molto tempo di questioni ambientali legate al clima, in particolare alle variazioni periodiche dell’equilibrio chimico degli oceani correlato alla Co2, ora in base ai suoi studi e alle statistiche analizzate negli anni dice che “siamo in una fase fresca, che perdura dal 2000, quindi, il surriscaldamento è in pausa”. Ci sono però state alcune interruzioni dovute a fenomeni intensi come ad esempio il riscaldamento nella fascia dell’oceano tropicale provocato da El Niño tra il 2015 ed il 2016, ma anche questo, considerando i dati storici “rientra nella ciclicità normale“, perchè, da quel momento in poi si è gradualmente raffreddata la temperatura.



Clima, Daniele Mazza “Siamo in fase fresca dal 2000”

I dati storici sul riscaldamento climatico studiati dal professor Daniele Mazza, riguardano soprattutto l’andamento delle temperature medie terrestri nell’ultimo anno, che se confrontati con quelli di dieci anni, confermerebbero che in realtà i gradi sono dimunuiti con un meno 0,008. Certamente, dice il chimico, non è una differenza sostanziale ma lieve, però sta a sottolineare comunque un raffrescamento globale.

C’è poi un altro punto critico secondo Mazza, che andrebbe rivisto, ed è quello degli allarmismi meteo diffusi dai media e telegiornali. Ad esempio il professore dice “Hanno tutti detto che ci aspettava un giugno caldo e siccitoso e hanno fallito miseramente“. E aggiunge “non è così che funziona il metodo scientifico, i dati devono essere misurabili e non spiegati dalle congetture“. Bisognerebbe quindi inziare a diffidare di alcuni rapporti presentati come “scientifici” che in realtà, come conclude il docente “non tengono conto di molti fattori“, trascurati per puntare più al catastrofismo del clima, con il benestare dell’Ipcc e dell’Onu.