Il fisico e professore membro dell’accademia ungherese delle scienze Ferenc Miskolczi, da anni ricercatore nell’ambito della geofisica ambientale, intervistato dal quotidiano La Verità, ha illustrato la sua opinione scientifica in merito al riscaldamento globale causato dalle attività umane e dai combustibili, dicendo che in realtà andrebbero rivisti i fattori che hanno influenzato questi studi perchè si tratta di una teoria ormai superata che è vecchia di 100 anni.



Lo scienziato ha condotto analisi per più di 60 anni in merito ed in base ai dati raccolti afferma: ” In 61 anni di dati, la concentrazione di CO2 è aumentata costantemente ma il conseguente effetto serra non è aumentato: la teoria del riscaldamento globale antropogenico è empiricamente falsificata“. Questo perchè la temperatura della Terra si baserebbe solo su due fattori: il sole e la copertura nuvolosa mantenuta dai cicli idrogeologici. Pertanto tutta la fisica dell’effetto serra andrebbe rivista, perchè la tesi del riscaldamento antropico è solo una “congettura“.



Il fisico Miskolczi contro la teoria dell’effetto serra provocato dalla Co2: “La politica lo usa per giustificare scelte energetiche”

Il professore di fisica e ricercatore internazionale Ferenc Miskolczi, nell’intervista a La Verità, ha ribadito che le tesi del riscaldamento globale prodotto dalle attività umane e dalle emissioni dei combustibili fossili, è una tesi ormai superata. Tuttavia, anche se i suoi studi dimostrerebbero fattori solo fisici, è innegabile che le temperature stiano aumentando. Per questo il professore conferma che: “Questo non ha nulla a che fare con la Co2 prodotta dai carburanti“. Secondo la teoria del fisico l’effetto erra si autoregolerebbe in base ai fattori climatici e ai cicli idrogeologici. Nel considerare come valida la vecchia teoria però, ci sarebbero soprattutto influenze politiche.



Gli artefatti basati su studi ipotetici e superati, giustificherebbero alcune scelte dei governi, e per questo viene alimentato il dibattito catastrofista. Miskolczi ribadisce quindi che la recente crisi energetica è un segnale di avvertimento, ma i politici preferiscono pensare alla battaglia climatica. Come conclude lo scienziato: “i politici dovrebbero concentrarsi sulle questioni ambientali e sociali più urgenti, l’energia verde non risolverà le carenze“.