Joseph Stiglitz, economista premio Nobel che insegna alla Columbia University di New York, ha recentemente rilasciato un’intervista per il quotidiano Repubblica, nella quale ha parlato delle crisi climatica. Appare, infatti, sempre più evidente che a livello di temperature qualcosa, in tutto il mondo, si sta muovendo, ovviamente in senso negativo, specialmente nel corso di quella che ha tutte le carte in regola per essere la settimana più calda degli ultimi decenni, almeno per ora.



“Cos’altro deve succedere”, si chiede Stiglitz in apertura, “per renderci conto che viviamo in un pianeta senza confini e che abbiamo un urgente obbligo morale a mettere in campo tutte le misure per ridurre ogni forma di inquinamento?”. Infatti, purtroppo, a livello governativo sono ancora troppi i leader mondiali che non stanno prendendo con le dovute accortezze questa battaglia contro il riscaldamento climatico, anche se “qualche speranza ce l’abbiamo”. Infatti, secondo Stiglitz arrivano anche dei segnali positivi da parte della Cina, tra i maggiori (se non il maggiore) inquinatore al mondo. “Anche la Cina”, spiega, “si rende conto dell’urgenza di agire, magari con tempi diversi. Sono piuttosto speranzoso, e per il pianeta è un bel colpo a suo favore vista la rilevanza di Pechino”.



Stiglitz: “Occorrono investimenti sul clima, contro le catastrofi”

Secondo il premio Nobel Stiglitz occorre, ora più che mai, un piano mirato di investimenti per invertire la rotta del cambiamento climatico, perché “gli investimenti fatti oggi avranno una valenza enorme per i nostri figli e nipoti, nella misura in cui saranno loro risparmiati alluvioni, siccità, incendi, tempeste, uragani, ondate di calore“, catastrofi che “hanno bisogno di anni per recuperare [con] spese infinite e perdite umane”.

Stiglitz, inoltre, è tra i commissari Onu incaricati di redigere il nuovo Pil, che all’interno includerà “a fianco di sicurezza individuale, della salute, dell’educazione” anche misure per “la vivibilità del pianeta” definita dall’economista “parte integrante, anzi qualificante, del futuro ‘well-being'”. Ritiene, infatti, che “Se sapremo assicurare la sostenibilità in tutte le dimensioni (economica, politica, sociale, ambientale) potremo sperare nella lotta alle disuguaglianze e nella giustizia sociale. Solo allora avremo superato”, ritiene ancora Stiglitz, “l’efficienza di Vilfredo Pareto, secondo cui era impossibile che qualcuno stesse bene senza che qualcun altro soffrisse”.