Il progetto ClimADA, sviluppato dall’Università degli Studi di Milano-Bicocca, con il contributo di Fondazione Cariplo e il sostegno di Regione Lombardia, Edison, Valle Camonica Servizi Vendite e Bayer, si sta occupando dello studio dei carotaggi di ghiaccio estratti dal Ghiacciaio dell’Adamello nel 2021. L’obiettivo del progetto è quello di ricostruire l’evoluzione climatica degli ultimi secoli, con un occhio all’impatto antropico nell’area di alta montagna alpina, alla dinamica delle specie vegetali e ai grandi incendi degli ultimi secoli.



Dei primi risultati delle analisi sui 224 metri di carota estratta sull’Adamello nell’ambito del progetto ClimADA, si è discusso nel corso del Workshop Accademico che si è tenuto presso l’Aula Marchetti dell’Ateneo. Una mattinata dedicata ai progressi del progetto, in cui sono intervenuti i vari soggetti del partenariato coordinato da Fondazione Lombardia per l’Ambiente e composto dalla Comunità Montana di Valle Camonica, Università degli Studi di Milano-Bicocca, Politecnico di Milano e Università degli Studi di Brescia. I primi risultati degli studi sul progetto ClimADA, in particolare, hanno fornito una panoramica dell’attività di analisi svolta nell’European Cold Laboratories Facilities (EuroCold Lab.) con un focus sui resti della prima guerra mondiale, dei fallout radioattivi, delle analisi iperspettrali e della datazione dei tefra ritrovati nell’Adamello.



ClimADA: i risultati dell’analisi del primo carotaggio sull’Adamello

A circa 66 metri di profondità del carotaggio fatto sull’Adamello per il progetto ClimADA è stata identificata una traccia della prima guerra mondiale. Oltre ad una notevole quantità di polveri, sono preservati resti di polline di piante che crescevano a valle, carboni, spore di funghi, fitoliti e alghe che vivevano sul ghiacciaio. “Lo studio combinato di tutti questi archivi”, sostengono i ricercatori, “sta fornendo importanti indicazioni sull’evoluzione temporale del periodo e sulla possibile presenza umana e di animali sul ghiacciaio”.



Non solo, perché a circa 23 metri di profondità nello stesso carotaggio dell’Adamello, ClimADAha trovato l’evidenza dei test nucleari del 1963, riconoscibili da un picco di trizio (3H). Profondità nettamente inferiore rispetto a dove è stato rinvenuto nella carota del 2016 (intorno ai 30 metri), evidenza dello scioglimento del ghiacciaio negli ultimi anni. L’evento di Chernobyl, invece, è ancora in fase di analisi e si cercano picchi di cesio (137Cs) nella porzione più superficiale del carotaggio.

Infine, all’interno della carota dell’Adamello, i ricercatori di ClimADA hanno identificato alcuni livelli di tefra (vetri vulcanici prodotti durante le eruzioni) che permetteranno una nuova datazione del ghiaccio. Alcuni livelli scuri all’interno della carota contengono polvere minerale proveniente dal Sahara che consentirà una ricostruzione della frequenza e delle variazioni di circolazione atmosferica durante gli ultimi secoli della storia climatica della Terra.