L’allarme sul cambiamento climatico solleva polemiche tra gli scienziati, in particolare tra coloro che confermano l’emergenza sul riscaldamento globale provocato dalle emissioni e quelli che invece definiscono tali rapporti e avvertimenti vere e proprie “truffe“, perchè prodotti con dati derivati da modelli poco esatti. Tra questi ultimi c’è il biochimico Patrick Frank, ricercatore al Slac National Laboratory di Stanford, che è passato dallo studio della chimica al clima, proprio per scoprire se gli allarmi lanciati nei vari rapporti dell’Onu fossero veritieri e giustificati oppure no.



Intervistato da Franco Battaglia per il quotidiano La Verità, lo scienziato afferma che in base alle sue ricerche sul tema “l’intera faccenda della colpa umana si basava tutta su modelli matematici, che commettono enormi errori quando analizzano il clima della Terra“. In particolare perchè quelli pubblicati in merito all’aumento delle emissioni di Co2, responsabili dell’innalzamento delle temperature, presentano incertezze numeriche che possono variare, di più o meno 15 gradi. Ma l’Ipcc non he mai tenuto conto.



Il biochimico Patrick Frank “Non c’è base scientifica per sostenere l’allarme climatico”

Il biochimico Patrick Frank prosegue nella spiegazione dei suoi studi che hanno confrontato i modelli matematici sui quali si basano i rapporti relativi all’allarme climatico con i risultati prodotti grazie alle sue ricerche fisico matematiche. In merito a quelli che analizzano le variazioni di temperatura dell’aria nel corso degli anni dice “Se i modelli climatici non simulano correttamente le nuvole, sbaglieranno il valore del calore e di conseguenza la prevista temperatura dell’aria sarà sbagliata.” Gli studi di Frank sono stati presentati alla Conferenza annuale dell’American Geophysical Union a San Francisco, nel 2013, e anche se ci sono voluti altri sei anni per poter avere la pubblicazione ufficiale su Frontiers in Earth Science, il biochimico afferma “sono riuscito a ottenere nuovi dati sugli errori che i modelli climatici commettono con le nuvole”.



Purtroppo però, come sottolinea lo scienziato, c’è molta ostilità verso chi fa notare un eccessivo allarmismo sul cambiamento climatico, soprattutto perchè la materia attualmente è diventata un tema di interesse politico, Frank quindi sostiene che “Per salvare la climatologia dalla politica bisogna tagliare i fondi di ricerca a coloro che hanno così gravemente trascurato i fondamenti della scienza. In ogni caso, non c’è alcuna base per sostenere l’allarme climatico“.