Da un lato forse spaventa ogni volta che si sente parlare di clone o gemelli virtuali. Dall’altro lato però va considerata l’importanza dell’evoluzione scientifica a fronte di nuove sperimentazioni anche in campo medico. Avere infatti un ‘alter ego’ umano virtuale può avere i suoi benefici considerando i test che possono essere effettuati per nuovi farmaci o nuovi terapie. È lo studio a cui sta lavorando Giovanni Saggio, dottorato in Ingegneria Microelettronica e Telecomunicazioni, professore associato all’Università di Roma Tor Vergata e docente di corsi di Elettronica di base e avanzati.



Il futuro non è più solo quello riprodotto dal film ‘Matrix’. Quella che sembrava fantascienza è sempre più realtà. Se la scienza avanza così in fretta come pare, avere un clone digitale non sarà poi così lontano visti i passi da gigante condotti finora e le ampie conoscenze di cui si è già in possesso. Il progetto di Giovanni saggio, ‘Virtual Human Simulator’, si inserisce proprio in questo contesto ambizioso: già esposto a una platea internazionale di scienziati a Lisbona, durante la conferenza di ingegneria biomedica, Biostec 2023, l’obiettivo è creare un ‘digital twin’ dell’essere umano.



Clone umano: i dati vengono presi sia dal corpo sia dall’ambiente circostante

Il Prof. Saggio, intervistato su ‘Il Messaggero’, ha spiegato nel dettaglio in cosa consiste il suo progetto di clonazione, sebbene allo stato attuale si trovi ancora ad una fase embrionale, e dalla descrizione sono emersi dettagli interessanti e anche, se vogliamo, sbalorditivi.

Il perno del clone oggetto del progetto non è una semplice riproduzione del corpo umano. La realizzazione del ‘gemello virtuale’ prenderebbe infatti dati anche dall’ambiente circostante e dall’interazione con gli altri esseri umani. La rilevazione di tutti questi elementi avverrebbe tramite appositi sensori. E saranno poi quelli che in gergo tecnico si chiamano ‘Quantum Computer’ a far diventare realtà la virtualizzazione umana sull’intero corpo umano .



Il tutto verrà perfezionato nell’arco di pochi decenni, e consentirà ampi utilizzi anche in campo medico. Per fare degli esempi pensiamo all’ambito della flebologia, in cui tecnologie similari hanno già permesso di salvare molti pazienti dall’amputazione delle gambe. E saranno anche altri i settori medici in cui la tecnologia del clone umano potrà apportare benefici.