L’infezione da Clostridium difficile è senza dubbio fra le più diffuse all’interno degli ospedali e per questo fra le più temute. Il virus intestinale, come viene chiamato dai profani, contamina l’apparato digerente del paziente, provocando vari sintomi, a cominciare dalla diarrea, e attacca in particolare i pazienti anziani durante la degenza. La redazione online del quotidiano La Stampa ha dedicato quest’oggi un articolo alla questione, sottolineando come il batterio in questione si sia evoluto molto negli ultimi anni, divenendo sempre più difficile da debellare. Due sarebbero in particolare le cause di questa forza acquisita, a cominciare da una dieta che nel corso dei secoli ha portato le persone ad assumere sempre più zuccheri. Nel caso di paziente che introita molti zuccheri, l’ospite indesiderato è in grado di colonizzarsi meglio nell’intestino, come testimoniato da uno studio pubblicato sulla rivista “Nature Genetics”, da un gruppo di ricercatori di Cambridge e dell’università di Londra.



CLOSTRIDIUM DIFFICILE, IL SUPERBATTERIO INTESTINALE

Secondariamente si è scoperto che il Clostridium difficile è divenuto più complesso da debellare anche a causa dell’assunzione smodata di antibiotici, che fanno saltare l’equilibrio all’interno della flora batterica. Secondo gli studiosi, il passo da compiere è quello di agire sulla composizione del microbiota: «Oltre il 90 per centro dei pazienti trattati con il trapianto di microbiota intestinale da donatore sano – le parole di Giovanni Cammarota, gastroenterologo del policlinico Gemelli di Roma – ha risolto l’infezione, senza registrare reazioni avverse significative. La procedura si basa sulla reintroduzione della normale flora microbica intestinale, in modo da neutralizzare e contrastare il Clostridium difficile». E’ probabile che questa “terapia” possa portare anche a risolvere altri problemi legati all’intestino come la sindrome del colon irritabile, le infiammazioni e altri disturbi di vario tipo. La procedura va effettuata in centri specializzati e come già specificato sopra, nella quasi totalità dei casi i pazienti che si sono sottoposti a questa pratica hanno debellato il fastidioso virus.

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