Tra i maggiori fornitori di sistemi di sicurezza per Internet c’è l’azienda statunitense Cloudflare, il cui fondatore è nella black list di Vladimir Putin. Matthew Prince, infatti, è sulla lista delle sanzioni del Cremlino. Una notizia che lo sorprende, visto che solo Mark Zuckerberg di Facebook e Marc Benioff di Salesforce sono gli altri due sanzionati nel settore IT, e che ovviamente lo preoccupa. “Abbiamo rafforzato la sicurezza personale e non viaggio più a mio nome“, racconta al Der Spiegel. D’altra parte, si dice “orgoglioso” del fatto che la sua azienda “sia riuscita a influenzare un po’ questa prima guerra dell’era moderna di Internet“. Nei primi giorni dell’invasione dell’Ucraina, erano emersi segnali secondo i quali la Russia stava provando a distruggere Internet in Ucraina. “Abbiamo offerto i nostri servizi di protezione della rete al governo ucraino, agli operatori di infrastrutture critiche e alle organizzazioni della società civile, aiutandoli a rimanere online“.
Un aiuto di non poco conto: “Solo perché internet ha continuato a funzionare, il presidente Volodymyr Zelensky e il popolo ucraino hanno potuto informare il mondo sull’orribile invasione di Putin e ricevere il sostegno militare di numerosi Paesi. L’Ucraina ha così potuto difendersi e respingere gli invasori“. Allo stesso tempo, precisa Prince, hanno mantenuto attivo Internet anche in Russia. “È nell’interesse dell’Occidente che i cittadini russi abbiano accesso alla rete. Putin sta cercando di impedirlo e di imitare la Cina“. Il fondatore di Cloudflare ricorda, infatti, che il governo cinese “si è reso conto di quanto possa essere pericolosa una rete internet libera per rimanere al potere e quindi l’ha tenuta fuori dal Paese, cosa che nessun altro Stato al mondo è riuscito a fare. Ora la Russia e l’Iran stanno cercando di liberare virtualmente Internet“.
“PUTIN NON PUÒ ATTACCARCI PERCHÈ HA BISOGNO DI NOI”
Matthew Prince non sa se la Russia riuscirà a liberarsi di Internet, ma ha notato che “la Cina sta esportando le tecnologie necessarie per la censura di Internet in Paesi come la Russia e l’Iran“. La sua azienda, dunque, sta combattendo questo fenomeno. “Più del 10% delle famiglie russe utilizza la nostra tecnologia per continuare ad accedere ai media occidentali. Anche organizzazioni di opposizione come la Fondazione anticorruzione di Alexei Nawalny e il collettivo di giornalisti Bellingcat utilizzano Cloudflare“, spiega al Der Spiegel. Nell’intervista precisa che dopo lo scoppio della guerra in Ucraina hanno chiuso i rapporti con tutti i clienti russi collegati al Cremlino o sottoposti a sanzioni. “Tuttavia, tra i nostri utenti ci sono piattaforme essenziali per il funzionamento dell’economia russa. Ad esempio, le banche al di fuori della Russia i cui dipartimenti di materie prime trattano anche contratti per le compagnie petrolifere e del gas russe“. Di fatto, Cloudflare è così importante che neppure Vladimir Putin può attaccarla, perché facendolo danneggerebbe la sua stessa economia. “Ha bloccato Facebook e Instagram. YouTube, sorprendentemente, non l’ha ancora fatto. Sospetto che YouTube sia così profondamente radicato nella vita quotidiana delle famiglie russe che il governo non osa bloccarlo. Questo mi fa sperare che la Russia non riesca a chiudere la rete come la Cina“. Prince, inoltre, conferma di aver avuto indicazioni di un attacco della Russia prima dell’invasione dell’Ucraina. “Cloudflare ha poco meno di 13 anni. In questo lasso di tempo, la Russia ha intrapreso azioni militari contro la Georgia, la Cecenia e due volte contro l’Ucraina. Sappiamo quindi abbastanza bene come la Russia si prepara a un attacco, ad esempio ricercando le vulnerabilità nelle infrastrutture critiche. Nel dicembre 2021, due mesi prima dell’invasione dell’Ucraina, abbiamo riconosciuto questi modelli“. Invece, prevedere un attacco della Cina a Taiwan non è affatto semplice: “Non sappiamo cosa succede quando la Cina vuole attaccare un Paese“.
INTELLIGENZA ARTIFICIALE, PROSPETTIVE E RISCHI
Matthew Prince si è soffermato anche sull’intelligenza artificiale e i timori che possa rappresentare una minaccia per l’umanità in futuro. Una preoccupazione che il patron di Cloudflare non condivide. “Sono più ottimista e vedo i molti vantaggi e le opportunità di questa tecnologia. In Cloudflare, l’IA ci aiuta a respingere gli attacchi degli hacker. Un anno e mezzo fa siamo riusciti a trovare per la prima volta una vulnerabilità che nessuno aveva notato prima“. A Der Spiegel conferma che comunque l’intelligenza artificiale potrebbe essere usata anche per diffondere disinformazione, infatti cita il caso degli hacker che hanno trasmesso un discorso di Putin generato artificialmente. “Anche i cybercriminali sfrutteranno questa possibilità per gli attacchi di hacking. Nel prossimo futuro l’intelligenza artificiale ci porrà di fronte a gravi problemi di sicurezza. Dovremmo prendere sul serio questi pericoli e arginarli con delle norme“, spiega Prince. L’AI viene usata in Cloudflare anche nell’assistenza clienti. “Siamo ancora all’inizio dello sfruttamento del potenziale“. Ma i suoi dipendenti non hanno nulla da temere: “Gli affari vanno molto bene, continuiamo ad assumere. Se l’IA ci renderà più efficienti, spero che ridurrà il carico di lavoro dei nostri dipendenti“. Infine, riguardo la corsa delle potenze mondiali, vede gli Stati Uniti davanti a tutti, ma pensava che la Cina avrebbe guidato tale corsa e che l’Europa sarebbe rimasta indietro per le sue “rigide norme sulla protezione dei dati” che però ritiene esistano per buone ragioni. “Ma credo che al momento gli Stati Uniti siano in vantaggio sull’Europa, mentre la Cina è solo terza“.